“20 sigarette” un film che fa riflettere sulle missioni di pace in Iraq

Un film affittato in videoteca quasi per caso. Un titolo che incuriosisce i malati di nicotina e non solo. Un film che ci insegna a riflettere su cose che a volte ci appaiono scontate. La storia è quella del classico studente di cinema che per inseguire i propri ideali parte per l'Iraq convinto di realizzare un film, con il regista Stefano Rolla, sulla missione di pace dei nostri militari in Iraq. Aureliano non fa in tempo a finire un pacchetto di sigarette che si ritrova protagonista dell'attentato alla caserma di Nassirya del 12 Novembre 2003. Rimarrà ferito ma abbastanza vivo da tornare in Italia per raccontare la propria esperienza. Lo scrittore Amadei  dopo aver scritto il libro "venti sigarette a Nassirya" racconta la sua triste esperienza nella trasposizione cinematografica “20 sigarette”, premiato al Festival di Venezia nella sezione “Controcampo italiano”. Una pellicola semplice che sembra voler comunicare discorsi specifici eppure non ci riesce, tranne per la scena dell’attentato dove viene svelata tutta la veridicità del racconto. La storia è talmente vera e  sentita che il tremolio delle riprese della camera a mano diventa il mezzo con cui lo spettatore si introduce nella storia del personaggio, rendendo corporee scene di crudeltà ma evitando, nello stesso tempo, il ”già visto” tipico delle fiction televisive. Mozzicone dopo mozzicone  prende corpo una seria riflessione sulla guerra, una guerra "vissuta e non raccontata da un pc” .
Riflessione scontata? Forse. Ma drammaticamente indispensabile.

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