Un governo forte con i deboli!

Si parla da anni di politiche di sostegno per le famiglie, ma fino ad ora è stato fatto poco o nulla, si parla di scuola “accogliente”, che mira all’integrazione e invece si tagliano le risorse per il sostegno: finanziamenti zero a favore delle categorie più deboli. Così il problema del diversamente abile continua a rimanere a chi ce l’ha: famiglia e scuola sempre più drammaticamente sole. Da un sondaggio effettuato sulla percezione sociale della disabilità, si confondono sentimenti controversi si va dall’accettazione e solidarietà, all’imbarazzo, disagio, indifferenza, persino paura. Ciò che traspare agli occhi del “normale” è la disabilità come malattia, l’handicap fisico, purtroppo non si va oltre, a considerare la persona. Nella consapevolezza della confusione, negli ultimi tempi, vi sono stati segni tangibili di cambiamento. L’attivazione dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, disciplinato con il D.to Interministeriale del 6 luglio 2010 n. 167 e l’approvazione della legge 8.10.2010, n. 170, “nuove norme in materia di disturbi specifici d’apprendimento in ambito scolastico”, sembrano far scorgere un barlume di speranza nella realizzazione di  un nuovo contesto sociale, più attento e sensibile alla difesa dei diritti umani. Tuttavia episodi di discriminazione sono tutt’ora all’ordine del giorno, e vengono manifestati anche da chi ci “governa”. Infatti il Ministro della Pubblica Istruzione Maria Stella Gelmini, invece di tutelare i “diversi” con azioni di solidarietà, tolleranza e rispetto, li discrimina e li emargina, originando episodi di puro razzismo. Non solo, nella Finanziaria, ha previsto una riduzione del 50% sui posti di sostegno, negando quindi il diritto all’istruzione, e facendo ritornare l’incubo delle classi speciali, ma, cosa più grave, ha escluso gli alunni disabili dai Giochi della Gioventù che si sono svolti domenica 20 marzo 2011 a Nove (VI). Il modulo di iscrizione consentiva la partecipazione ai solo normodotati: la presenza di studenti disabili sarebbe stata quest’anno per la prima volta clamorosamente non prevista. La giustificazione è stata attribuita alla mancanza di fondi e alla carenza di personale a sostegno dell’organizzazione. Decisione questa inammissibile e fortemente discriminatoria che contrasta con il principio di inclusione degli alunni con problemi. Come cittadina, come insegnante, come mamma, mi sento duramente umiliata e in colpa verso chi nutre risposte concrete e aspettative tangibili.

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