Paolo Rossi al Teatro Bellini di Napoli
Se Gesù Cristo tornasse oggi chi sarebbe? Cosa potrebbe fare? Saremmo in grado di riconoscerlo e seguire la sua rivoluzione, i suoi dogmi, i suoi miracoli? Sono queste alcune delle domande a cui cerca di dare risposta il Mistero Buffo di Dario Fo.
Clandestino allora come tanti oggi nel nostro paese fu prima accolto e ammirato, poi perseguitato e giustiziato. Un Gesù raccontato da un giullare, da Giuda, da Maria e dal popolo. Oggi, per paradosso, ognuno di noi è un povero Cristo, ognuno di noi è “in fila alla biglietteria del cinema Italia”.
Il Mistero Buffo di Dario Fo, nella nostra umile versione pop, è un omaggio al maestro del teatro italiano: è lui, infatti, che per primo ci ha insegnato che rubare in teatro è cosa buona.
Lo spettacolo è anche un’avventura, uno spettacolo che si allontana il più possibile dalla versione originale diventando un contenitore unico, dove i misteri originali e quelli nuovi si uniscono e si miscelano, come accade nel teatro popolare. Ogni sera diverso – nonostante non ci sia niente di improvvisato – recitato con il pubblico e non per il pubblico, è uno spettacolo ricco di cambi di registro, è un’allegoria che confonde i generi, la finzione con la realtà, i sogni del popolo con la cronaca. Un viaggio corale dove la musica di Emanuele Dell’Aquila si fa personaggio e anche drammaturgia, in continua interazione con l’azione scenica.
I misteri non finiscono mai: il maestro Dario Fo non ha finito di raccoglierle e in ogni angolo della strada troviamo nuove storie che diventano parte del nostro mistero e si integrano con l’originale, lo arricchiscono, lo trasformano.
Come è successo nel 1969, anche il nostro Mistero Buffo è un’operazione politica: come 40 anni fa, la nostra è ancora un’epoca in cui difendere dei valori significa difendere la sopravvivenza. Ma è anche un’operazione culturale perché vuole recuperare insieme al pubblico le radici profonde del teatro popolare. Abbiamo capito che il teatro, unico animale vivo, non cambierà il mondo ma può cambiare noi e aiutarci a resistere.
Lo spettacolo è in scena al Teatro Bellini di Napoli fino a domenica sera.