100 profughi accolti nel Convento dei Passionisti
Mondragone – Per venire incontro alle necessità dei tanti profughi africani che stanno arrivando in Italia da due giorni, da mercoledì pomeriggio, sono ospiti presso il nostro Convento passionista di Mondragone 91 profughi nigeriani, congolosi e di altre nazionalità africane. Si tratta di alcuni bambini, mamme ed uomini in attesa dei visto per poi partire per le loro destinazioni. Sono curati dai responsabili del Centro Laila. Ospitati nella struttura che fa da centro diurno del Centro Laila, che opera presso nel convento dei passionisti da oltre 5 anni, i profughi si sono adatti in questi due giorni di permanenza, che sarà limitata nel tempo. Circa due mesi di previsione per ottenere il permesso di soggiorno e poi muoversi liberamente sul territorio italiano ed europeo. Molti di questi ospiti hanno parenti nel nord Italia e in altre parti dell'Europa. Sono persone tranquille in cerca di lavoro e sistemazione, rifuggendo dai loro paesi d'origini per motivi umanitari e per motivi di guerra. L'arrivo di questi ospiti presso la struttura dei Passionisti è stata decisa dalla Prefettura di Napoli, su disposizione del ministero degli interni. I profughi provenivano da Lampedusa ed erano arrivati a Napoli nella mattinata di mercoledì 10 maggio e trasperiti in pullman con scorta della protezione civile e della Croce Rossa presso il convento dei passionisti di Mondragone e dietro disponibilità dei responsabili del Centro Laila. Come è noto la struttura dei passionisti è sorta per altri scopi ed opera come centro di accoglienza per bambini. Questa soluzione di accogliere i profughi è temporanea e non potrebbe essere diversamente, in quanto l'Ente locale ha autorizzato il funzionamento di un centro diurno per l'accoglienza dei minori e tale viene riconosciuto su un piano di servizio sociale. Quindi si tratterebbe di ospitare temporaneamente queste persone che vengono da lontano in cerca di una sistemazione in Italia o in Europa, dopo le tante crisi politiche e guerre civili in atto nel Nord Africa. Per l'accoglienza degli immagrati si è reso disponibile il superiore-parroco di San Giuseppe Artigiano di Mondragone, padre Luigi Donati, vedendo in questo gesto umanitario una concreta possibilità come religiosi di essere al servizio degli ultimi e bisognosi. Da parte sua padre Antonio Rungi, teologo morale campano, religioso della comunità passionista di Mondragone mette in risalto "il significativo gesto dei religiosi di questa storica comunità passionista della Campania che ha aperto da sempre i battenti agli ultimi e sofferenti vivendo concretamente il messaggio della passione di Cristo come vicinanza agli ultimi a partire dalla disponibilità delle strutture conventuali a tali scopi. Basta dire che il convento dei passionisti di Mondragone dal 1962 al 1983 è stato convitto per i bambini poveri e bisognosi del territorio; poi è stata scuola statale dal 1983 al 2004 e dal 2004 a tutt'oggi casa di ospitali per minori, in gestione al Centro Laila per alcuni anni. Qui afferma il sacerdote e teologo su indicazioni del Papa, Benedetto XVI, che nella recente visita a Venezia ci ha ricordato di non aver paura di ospitare gli immigrati. E i passionisti da anni hanno aperto questo convento proprio agli immigrati se da alcuni anni vivono qui per l'intera giornata i bambini dei cittadini di colore che sono presenti sul litorale domizio. La perfetta sintonia tra comunità passionista, la parrocchia San Giuseppe Artigiano e il Centro Laila, fa di questa casa religiosa dei passionisti della Campania come un punto di riferimento importante per concretizzare le varie opere di misericordia corporale -afferma il teologo Rungi- che stanno nell'accogliere il forestiero, nel dar da mangiare a chi ha fame, nel dar da bere a chi ha sete, nel vestire chi è ignudo. Situazioni in chi si trovano tutti gli immigrati giunti a Mondragone e che nello spirito del servizio della carità sono stati accolti temporaneamente, ben sapendo che non può essere questa la loro sistemazione definitiva, in quanto i primi a non volerlo sono proprio i profughi arrivati da noi. A nessun uomo di questa terra si può negare l'accoglienza in quello spirito evangelico che ci porta a servire -conclude il teologo- il Cristo Crocifisso nei poveri e nei sofferenti. Il motto portante dei passionisti in questi ultimi anni infatti è Passione di Cristo, passione per la vita e difesa degli ultimi e del creato.