09 Giugno: digiuno in Piazza S. Pietro per l’acqua
Carissimi sacerdoti, missionari(e) e religiosi(e). Ci stanno rubando l'acqua! Come possiamo permettere che l'acqua, nostra madre, sia violentata e fatta diventare mera merce per il mercato? Per noi cristiani l'acqua è un grande dono di Dio, che fa parte della sua straordinaria creazione e che non può mai essere trasformata in merce. “Donna, dammi da bere!” chiede un Gesù, stanco ed assetato, a una donna samaritana, nel Vangelo letto durante la Quaresima, in tutte le Chiese cattoliche del mondo. “Dateci da bere! gridano oggi milioni di impoveriti. In un pianeta, dove la popolazione sta crescendo e l’acqua diminuendo per il surriscaldamento, quel “dateci da bere!”, diventerà un grido sempre più angosciante. Nei volti di quelli assetati, noi credenti vediamo il volto di quel povero Cristo che ci ripeterà: “Avevo sete…e non mi avete dato da bere!.” L’ONU afferma che, entro la metà del nostro secolo, tre miliardi di esseri umani non avranno accesso all’acqua potabile. È un problema etico e morale di dimensioni planetarie che ci tocca direttamente. Di fatto, per noi cristiani l’acqua è sacra, l’acqua è vita, l’acqua è la madre di tutta la vita sulla terra. Inoltre, per noi cristiani l’acqua ha un enorme valore simbolico e sacramentale. È stato lo stesso Papa Benedetto XVI ad affermare nella sua enciclica sociale Caritas in Veritate n. 27 che l’acqua è un diritto universale di tutti gli esseri umani. Il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa n. 485 afferma inoltre: “L’acqua, per la sua stessa natura, non può essere trattata come una mera merce tra le altre e il suo uso deve essere razionale e solidale”. Il segretario della CEI, Mons. Mariano Crociata, ha affermato durante il convegno ad Assisi su “Sorella Acqua), in aprile 2011, che: “In questo scenario conservano tutto il loro peso i processi di privatizzazione, che vedono poche multinazionali trasformare l’acqua in affare, a detrimento dell’accesso alle fonti e quindi dell’approvvigionamento, con conseguente perdita di autonomia da parte degli enti governativi. Il tema va affrontato dalla comunità internazionale, per un uso equo e responsabile di questa risorsa, bene strategico – l’oro blu! – attorno al quale si gioca una delle partite decisive del prossimo futuro. Richiede un impegno comune, che sappia orientare le scelte e le politiche per l’acqua, concepita e riconosciuta come diritto umano, come bene dalla destinazione universale (…) A dire quanto queste problematiche tocchino la sensibilità comune, la Corte Costituzionale ha ammesso a referendum due quesiti, sui quali il popolo italiano sarà chiamato ad esprimersi nel prossimo mese di giugno”. Come cristiani non possiamo accettare la legge Ronchi, votata dal nostro Parlamento (primo in Europa) il 19 novembre 2009, che dichiara l’acqua come bene di rilevanza economica. Il referendum del 12 e 13 giugno sarà molto importante per bloccare questo processo di privatizzazione dell’acqua e per salvare l’acqua come un grande dono per l’umanità Scendiamo in piazza! Così come hanno fatto i monaci in Myanmar (ex Birmania) contro il regime che opprime il popolo. Invitiamo, quindi, i sacerdoti, le missionarie e i missionari, i consacrati e le consacrate a trovarci in Piazza San Pietro, a Roma, giovedì 9 giugno alle ore 12:00, per fare un grande digiuno. Venite con i vostri simboli sacerdotali e religiosi, ma anche con i vostri manifesti pastorali, per poter innalzare a tutto il popolo italiano il nostro clamore: Salviamo l’acqua!