L’acqua è un bene comune
“Noi la conoscevamo bene”. Sì, è la cosa più banale da dire in questi casi. Però è vera. C’è chi se la ricorda dai tempi delle partitelle di pallone al parco, e chi l’aveva vista appena ieri (e assicura che “aveva un aspetto splendido, freschissimo”). “Sono sempre i più buoni che se ne vanno”, e lei era buona davvero. Sempre disponibile, sempre pronta ad aiutare, a rinfrescare, a dissetare tutti. E senza chiedere niente in cambio. Perché era fatta così: pubblica per vocazione, incapace di discriminare e di escludere. Tutto il contrario: il suo compito era quello di unire. Se la gestione dell’acqua pubblica passa in mani private, corriamo il rischio di dire addio a una delle nostre amiche più fedeli e più care. Ma questo si può ancora impedire. L’acqua pubblica è un diritto di tutti, non un interesse di pochi. Per un futuro diverso, vota sì al referendum del 12 e 13 giugno.