Costagliola, troppo salato per Caserta il costo della politica
Caserta comincia a sperimentare il costo crescente della politica e delle autonomie. Un prezzo che sempre di più sarà salato per i residenti del capoluogo, soprattutto di fronte alle nuove prospettive normative scaturite dal federalismo municipale. “Il Decreto sviluppo approvato l’altro giorno dal parlamento” – ha affermato Pasquale Costagliola, Presidente dell'associazione ambientalista “Terra Nostra” – “salva dalle supertasse giustamente i soli comuni virtuosi. Una situazione che certamente non può considerare benevolmente il comune di Caserta che cammina, invece, sull’orlo del dissesto finanziario. La conseguenza di questa condizione” – ha aggiunto Costagliola – “è che aumenta l’accisa sull’ENEL per la parte reclamata dal comune mentre già la provincia aveva operato questo incremento del costo dell’energia elettrica. Sul fronte regionale aumentano addizionali IRPEF ed IRAP senza considerare i ticket sanitari che lievitano. Le accise sulla benzina sono una eredità bassoliniana che rende da sempre il prezzo dei carburanti in Campania tra i più alti d’Italia. Il fronte della Tarsu” – ha sottolineato – “è già al culmine dell’esosità anche se si festeggia paradossalmente uno scampato ulteriore incremento (sic). Su questo tema vorremmo svelare e sottolineare la carenza di una seria raccolta differenziata che continua a persistere dietro la facciata teatrale del porta a porta esplicato a Caserta. Una realtà di mera raccolta dei rifiuti” – accusa Costagliola – “sversati come tal quale tritato nei grandi immondezzai di San Tammaro. Gli stessi luoghi che sono ambiti dalle ben più numerose immondizie napoletane. Una questione che andrebbe vagliata da organi ispettivi e giudiziari e che comunque fa presagire in breve tempo scenari napoletani di degrado e caos. I conti cominciano a saldarsi di fronte ad una platea di cittadini storicamente avulsi dall’interesse per la politica e pericolosamente acquiescenti ad un percorso demenziale e clientelare del quadro istituzionale regionale. Caserta (ma anche tutta la Campania in verità)” – ribadisce l'esponente ambientalista – “da sempre estranea all’impegno civile e sociale, usa impropriamente la politica con candidature di massa. Una corsa alle liste inversamente proporzionale all’interesse mostrato per il bene comune. Il voto, che è di fatto merce di scambio o riserva per sbocchi familistici, seleziona la sua classe dirigente al ribasso. Il capoluogo (non da questo momento in verità) ha trovato rappresentanze che nel migliore eufemismo potremmo definire impreparate, votate oltre che al clientelismo anche alla più crassa impreparazione. Questo dato, con la persistente inerzia popolare porta Caserta alle ultime posizioni delle classifiche della civilizzazione”.