Delitto di Sarah Scazzi: le ultime evoluzioni delle indagini
Si aggrava la posizione delle principiali indiziate per l’omicidio della piccola Sarah Scazzi: è arrivata, infatti, la decisione di appello in merito all’accoglimento del ricorso presentato dalla procura di Taranto. Sarah Scazzi – secondo la ricostruzione fatta propria dai giudici – fu sequestrata da sua cugina Sabrina Misseri e da sua zia Cosima Serrano, prima di essere brutalmente strangolata e poi gettata in una cisterna in Contrada Mosca, qualche chilometro lontana da Avetrana. Una decisione che i giudici del tribunale hanno preso in relazione soprattutto al racconto del fioraio Giovanni Buccolieri, il quale ritrattò in un secondo momento la sua testimonianza dichiarando che si era trattato solo di un sogno: l'uomo, infatti, aveva dichiarato che quel terribile 26 Agosto di un anno fa, aveva visto la piccola Sarah mentre veniva trascinata per i capelli da zia Cosima e portata nell'automobile della famiglia Misseri. Un racconto che il fioraio aveva fatto non solo agli inquirenti, ma anche innanzi alle telecamere di alcuni programmi televisivi d'inchiesta, ma che successivamente aveva deciso di ritrattare: l'uomo è infatti tra i 13 indagati nell'omicidio della piccola Sarah, con l'accusa di falsa testimonianza. Tuttavia, secondo i giudici del tribunale, il racconto del fioraio avrebbe un "contenuto tale da poter essere fondatamente posto alla base di un provvedimento applicativo della misura cautelare". Alla luce di questa nuova ricostruzione dei fatti, dunque, i giudici hanno rivisto la posizione della zia Cosima e della giovane Sabrina. La vicenda giudiziaria non è ancora chiusa ed è prevedibile che nuovi colpi di scena caratterizzino la evoluzione delle indagini.