Escursione sul Monte Rageto

Con l’arrivo dell’estate è ritornato il desiderio di esplorare le valli e scalare i monti circostanti Bellona: Monte Grande (372 m), MonteCastellone (328 m), Monte Rageto (292 m) e la Collina S. Croce (170 m) quattro alture che, durante il II Conflitto Mondiale, furono postazioni dell’artiglieria tedesca nel tentativo di fermare le Forze Alleate nella cruenta battaglia sul fiume Volturno. Un gruppo di escursionisti ha scalato il Monte Rageto per visitare l’antico Monastero che fu sede dei padri Serviti. A causa di un editto emanato da Gioacchino Murat il 7 Agosto 1809, che dichiarava estinte le Confraternite religiose, i Padri Serviti lasciarono il Monastero che finì nel più completo abbandono. Gli escursionisti hanno visitato il sacrato che fu postazione di ben sei cannoni tedeschi a lunga gittata, l’antica chiesa, il frantoio, le celle che ospitarono i frati, la cucina e numerosi cunicoli che conducono ai depositi della legna e degli alimenti. Si racconta che sul Monte Rageto, nel 1534, apparve ad una pastorella , Antonia Fusco, l’immagine di una “bella Signora” che indicò, nei pressi del Monastero,un’antica cappella coperta di rovi ed erbacce. La notizia si diffuse in paese e tutti si adoperarono per ripulire il Sacro Luogo che divenne meta di un continuo pellegrinaggio. Ne scaturì una profonda fede religiosa in onore di Maria SS di Gerusalemme che, insieme a San Secondino vescovo, fu dichiarata Protettrice di Bellona. Fra i benefattori del Monastero e di Maria SS di Gerusalemme, merita essere ricordata la duchessa Roberta Carafa. L’11 Luglio 1560 la duchessa, rimasta vedova del marito Diomede Carafa, si ritirò nel suo palazzo Ducale di Formicola dove visse in solitudine ed in preghiera e fu molto munifica: ogni anno donò al Monastero 500 ducati e 40 ducati in oro, fece piantare un uliveto sulla collina adiacente il M.Rageto e nel 1585, per una grazia ricevuta, lasciò in donazione l’uliveto e 230 moggia di terreno in Contrada S. Vito a Cellarulo (Pontelatone). Inoltre la donazione riportava che, con le rendite, si doveva istituire nel Monastero un educandato, un noviziato e, ogni anno, sorteggiare due doti per giovani povere. Il Padre Francescano Girolamo Magliolo espresse alla duchessa tutta la sua riconoscenza; oggi, invece, molti si chiedono: “Dove sono finite le 230 moggia di terreno?”

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