Non facciamo questioni
Non sono tempi per la Politica. Non sembra essere nell’agenda di alcuno immaginare un’Italia diversa e migliore. Non interessa progettare un cambiamento che punti lontano. Si bada a ciò che serve oggi ai cittadini, si naviga a vista anche se la macchina statale è da tanto che mostra con evidenza segni di cedimento e necessita di una manutenzione straordinaria.
C’è bisogno di una manovra? Immediatamente ci si guarda in giro per reperire risorse: condoni, scudi, gabelle …benzina da mettere in una macchina che ne brucia troppa, e che magari non servirebbe neanche se si fossero rispettate le dovute manutenzioni.
Un motore ingolfato e una classe dirigente ideologicamente imbalsamata in un pregiudizio antimeridionale che gli impedisce di considerare ciò che, ne sono certo, a mio parere rappresenta la più importante opportunità per questo paese: le donne.
Realizzare una politica generale per le donne porta ad effetti diversi nelle varie aree del paese, ed è innegabile che essa si tradurrebbe in un beneficio maggiore per il sud, perché proprio a sud si registrano i numeri più bassi di occupazione femminile, di diffusione di asili nido ed è cronica la latitanza dei servizi per le persone anziane. Non è una coincidenza che la questione femminile seguendo quella meridionale la troviamo sempre tra le varie ed eventuali.
A poco servono proclami e buone intenzioni come quelli del Programma “Italia 2020 – per l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro” presentato da Carfagna e Sacconi quasi due anni fa a Palazzo Chigi, se non sorretti da un progetto governativo ampio. Inevitabile l’ironia di chi lo ribattezza “Chiacchiere 2020”. Occorrerebbe dar retta, per davvero, alle numerose ricerche che dimostrano la convenienza di puntare sulle donne perché, oltre ad allargare la base dei contribuenti e a rafforzare enormemente quella che oggi si chiama “coesione sociale”, porta con sé un lievito, un valore moltiplicativo per cui ad ogni 100 donne che entrassero nel mercato del lavoro si creerebbero altri 20 posti aggiuntivi nel settore dei servizi.
Ma, citando Einstein, “è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio”.