Acqua Campania minaccia di chiudere i rubinetti a 200mila casertani a partire dal 10 ottobre

Incontro inutile quello tenutosi stamani nella sede della Regione Campania che nelle intenzioni doveva servire a scongiurare l’interruzione della fornitura idrica a 200mila cittadini della Provincia di Caserta da parte della società Acqua Campania Spa. Il sindaco Mariano Sorvillo e le altre fasce tricolori dei comuni di Casaluce, Carinola, Casapesenna, Casal di Principe, Castelvolturno, Grazzanise, Formicola, Frignano, Marcianise, Mondragone, Pontelatone, Portico di Caserta, San Cipriano d’Aversa, San Marcellino, Santa Maria La Fossa e Teverola chiamate in causa dalla convocazione, sono stati ricevuti negli uffici del Dipartimento Ecologia, Tutela Ambientale, Disinquinamento e Protezione Civile della Giunta regionale della Campania. Con stupore i sindaci hanno dovuto prendere atto che al tavolo erano assenti proprio gli attori principali, vale a dire Consorzio idrico, società Acqua Campania, Prefettura e Provincia di Caserta, di una tragedia annunciata che, se non dovesse avere epilogo positivo, si trasformerà in una vera e propria emergenza sociale. Non a caso stamani la società Acqua Campania ha inviato una nuova comunicazione ai comuni confermando per giorno 10 ottobre l’interruzione dell’erogazione idrica. Ciononostante, a margine di una vivace discussione con i funzionari regionali, dai sindaci presenti è emersa una volontà unitaria finalizzata a scongiurare la serrata dei rubinetti, evidenziando i rischi di carattere igienico-sanitario e le possibili complicazioni sul piano sociale e civile a cui sarebbero sottoposte le comunità colpite dalla decisione. “Ho l’impressione, come purtroppo sta capitando negli ultimi mesi, – ha spiegato il sindaco di Sparanise – che le situazioni di degrado e di mala amministrazione, unitamente alla confusione di ruoli, si stiano sovrapponendo in modo da allontanare la soluzione dei problemi. La posizione del Comune di Sparanise non è certamente simile a quella di altri comuni perché ad oggi non esistono né morosità nei confronti degli Enti e tantomeno obblighi di natura consortile, condizione che purtroppo non ci consentirà di alzare la voce in qualsiasi tipo di assemblea. Tuttavia, per una forma di etica e di solidarietà, non si può neanche immaginare di negare il diritto ai cittadini di ricevere l’erogazione dell’acqua. La Regione Campania, che è l’Ente di Governo preposto, dovrebbe passare dalle inutili riunioni conoscitive, come quella di stamani, ad incontri amministrativi e politici idonei alla risoluzione del problema. I due enti in conflitto:Consorzio Idrico e Acqua Campania, dovrebbero avere rapporti distesi tali da per consentire a centinaia di migliaia di cittadini il regolare approvvigionamento idrico. Dunque mi chiedo: considerato che la Regione Campania non ha bisogno degli altri Enti per risolvere il problema, perché con un atto di governo, non assume l’uso dell’adduttrice del monte Calabrese, attualmente nelle disponibilità del Consorzio Idrico Terra di Lavoro? Cosa c’entra il Comune di Sparanise che non ha alcuna colpa o responsabilità, né debiti, né ruoli, nella vicenda ma che subirebbe solo le drammatiche conseguenze dell’interruzione idrica? Con l’occasione voglio rivolgere un invito ai consiglieri regionali eletti nella Provincia di Caserta affinché facciamo sentire la propria voce e si interessino quanto prima al problema. In caso contrario, – conclude Sorvillo – sarebbe auspicabile un intervento delle Procure competenti per verificare eventuali situazioni perseguibili dalla legge”.

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