Documentario Fiction sull’eccidio dei 54 Martiri

Nella sala parrocchiale S. Secondino è stato proiettato il Documentario-Fiction “Un giorno qualunque di ottobre” che descrive la triste vicenda dell’eccidio dei 54 Martiri avvenuto a bellona la mattina del 7 ottobre 1943 ad opera dei  Militari Nazisti. Alla proiezione erano presenti il Sindaco Giancarlo Della Cioppa, il Presidente dell’ANFIM Vincenzo Carbone, il Dirigente Scolastico dell’IAC di Bellona Luca Antropoli, il Parroco Don Antonio Iodice, il Presidente di Storia Patria Felicio Corvese, il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Vitulazio M.llo Crescenzio Iannarella, i Sindaci di Vitulazio e di Camigliano ed un folto pubblico. Il documentario è stato realizzato dall’Istituto Autonomo Comprensivo “Dante Alighieri” di Bellona con la partecipazione di molti cittadini che vissero quei tristi momenti. L’opera dall’indiscusso valore storico-didattico, ha suscitato notevole interesse tra gli alunni che hanno chiesto ulteriori delucidazioni ai loro genitori. La proiezione inizia mostrando la vita a Bellona nel 1943: donne al lavoro dei campi, altre che filano la lana, sciorinano i panni nelle tinozze, battono con un randello lo strame, bambini che giocano a carte o con i tappi metallici delle bottiglie ecc. una vita che trascorreva serena, pacifica e scanzonata. Ma la serenità fu sconvolta dalla violenza la sera del 6 ottobre 1943, quando nel cortile della famiglia Cafaro, il lancio di una bomba a mano uccise un soldato tedesco, ferendone un secondo che, accompagnato da un commilitone rimasto illeso, si recò al vicino Comando per riferire l’accaduto. Fu ordinata una spietata rappresaglia che coinvolse religiosi, lavoratori, professionisti, giovani studenti, artigiani e soldati. Radunati nella Cappella di S. Michele, a gruppi di dieci, furono condotti presso una cava e mitragliati da un soldato nazista “appostato dietro una siepe”. E’ questo il crudo racconto che si snodava durante la proiezione suscitando commozione fra i presenti e tanti ricordi tra coloro che vissero quelle ore di terrore. Ma dalla commozione si passa all’incredulità , a qualcosa del tutto non veritiero quando, sullo schermo, si nota un gruppo di alunni che, discesi nella cava, ascoltano una strana ed incredibile narrazione: “I tedeschi avevano sistemato un telone dietro il quale se ne stava un mitragliere. Il telone, secondo il narratore, era alzato ad ogni esecuzione e, appena dopo, abbassato in attesa di altri uomini “. La strana narrazione suscitava meraviglia e disappunto tra i presenti, particolarmente fra quelli di una certa età che ritenevano tutto ciò un’offesa alla verità storica. Non era nelle intenzioni dei tedeschi, decisi a vendicare un loro soldato, “montare un telone” per celare il mitragliere. Fu sufficiente, invece, una siepe, dove l’esecutore si distese in attesa dei prigionieri, come riferì, alcuni giorni dopo, il signor Pietro Petruzzelli, che fu testimone oculare perché, per sfuggire alla cattura, si era rifugiato nel vecchio cimitero di Vitulazio e, da una feritoia sul alto est, osservò ciò che accadeva nella vicina cava. Nè ai bellonesi, che vissero quel triste momento, risulta che i tedeschi avessero predisposto sulle pareti della cava una serie di mine. Allo strepitio della mitragliatrice seguiva, invece, il lancio di bombe a mano che era percepito ad intervalli da coloro che risiedevano nelle vicinanze. Era in atto un massacro, non il teatrino dei pupi con il sipario che sale e scende! E’ doveroso, quindi, rispettare la verità  e la realtà dei fatti, quando questi si narrano ai giovani altrimenti essi, a loro volta, racconteranno ciò che hanno udito perpetuando nel tempo le fantastiche favole apprese durante la loro fanciullezza.                               

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