La crisi economica fa chiudere aziende e negozi
La crisi economica, aggravata dalle varie manovre governative, fa sentire sempre di più il suo peso negativo. I più a soffrirla sono i pensionati, i lavoratori dipendenti ed i disoccupati, specie quelli di età avanzata, i quali non possono permettersi più nemmeno il fitto di una modestissima abitazione, causa i prezzi elevati, spesso al nero, praticati per fitti collettivi ad immigrati regolari ed irregolari. È quanto viene rilevato dalla Segreteria della Confederazione Cisas nel corso di un’apposita riunione, presenziata dal Segretario Regionale, Mario De Florio. È stata rilevata, nel solo Comune di Caserta, la chiusura di oltre 500 vere attività commerciali ed artigianali, non sostituite affatto dalle nuove, tranne il caso di poche iscrizioni di commercio ambulante da parte di immigrati. I prezzi di ogni genere, compresi quelli per benzina ed assicurazione che avrebbero dovuto diminuire, sono sempre in aumento. Non vi sono controlli e sanzioni per gli immotivati aumenti, anche se collegati ai sacrifici della manovra economica, che farà sentire ancora di più il suo peso. Intanto, rileva la Cisas, il lavoro nero è notevolmente aumentato. Vi sono aziende commerciali od artigianali, negozi vari, bar, pub, ristoranti, discoteche con numerosi dipendenti, quasi tutti illegalmente o con qualche assunto part-time pur svolgendo almeno 8 ore lavorative al giorno, mentre la vera disoccupazione è in aumento. Al lavoro nero, si aggiungono le evasioni fiscali, con fitti al nero e con prestazioni mediche di specialisti non rendicontate, come avviene per gli acquisti di piante e fiori, nonchè per funerali. La Cisas, nel prendere atto degli interventi delle varie Istituzioni, ritiene che vada, in proposito, potenziato ogni tipo di presenza da parte degli Uffici ispettivi del lavoro, degli Enti previdenziali, nonché delle varie Forze dell’Ordine statali, che andrebbero affiancate anche dagli Organi di Polizia Provinciale e Municipale, presenti sul territorio.