Ricorso Insero, il TAR dà ragione alla maggioranza
Chiesto l'annullamento, previa sospensione, delle deliberazioni di consiglio comunale nn. 17, 18, 19, 20, 21 e 22 assunte il 5 agosto 2011. Contestate le modalità di avviso della convocazione dell'assise comunale e la violazione della norma regolamentare che disciplina la trattazione degli argomenti all’ordine del giorno. Un ricorso presentato il 11 novembre 2011 dal consigliere comunale di opposizione del Comune di Caiazzo Amedeo Insero che il Tribunale Amministrativo della Campania – all’esito della discussione della domanda cautelare svoltasi ieri innanzi al Collegio della I Sezione – ha respinto nell'interesse del Comune per ciascuno dei tre motivi di ricorso, al punto da esprimere un giudizio prognostico sull’esito finale del giudizio (“il ricorso non presenta profili che inducono ad una ragionevole previsione di accoglimento dello stesso”). Il comune, rappresentato dall'avvocato Tommaso Parisi aveva infatti impugnato il contenuto del ricorso ritenendo innanzitutto che il primo motivo di ricorso fosse palesemente destituito di fondamento (in quanto l’art. 25, comma 2 dello Statuto Comunale, approvato con deliberazione consiliare n. 15 del 21.10.05, attribuisce espressamente al Presidente del Consiglio Comunale il potere di convocazione del Consiglio). Ugualmente infondato il secondo motivo di ricorso (avviso della convocazione di assise) perché, considerato il periodo estivo, furono adottate particolari cautele per assicurare la tempestiva ed effettiva conoscenza della convocazione da parte dei consiglieri (in particolare per Insero, non rinvenuto nel suo domicilio, la convocazione fu consegnata il 28 luglio 2011 dal messo notificatore alla madre che sottoscrisse la dichiarazione di avvenuta consegna). Per quanto riguarda la violazione della norma regolamentare che disciplina la trattazione degli argomenti all’ordine del giorno, il motivo di ricorso, per il Comune e oggi anche secondo il Tar, è inammissibile per difetto di legittimazione attiva (è principio consolidato che i consiglieri comunali sono legittimati all’impugnazione delle delibere consiliari solo in presenza di atti incidenti in via diretta sul diritto all’ufficio e, quindi, su un diritto spettante alla persona in quanto investita della carica di consigliere). Un ricorso che al Comune di Caiazzo è "costato" (vedi spese legali), ma soprattutto ai cittadini di Caiazzo che saranno costretti a pagare perché "gli altri sbagliano".