Camere di sicurezza
“Era nell’aria che accadesse ed è accaduto. Aver dato seguito alle disposizioni in merito all’utilizzo delle camere di sicurezza per trattenere gli arrestati, ha creato
confusione, disagio alla normale attività della Polizia e purtroppo ha fatto sì che
dei seri professionisti arrivassero anche a mettersi in ridicolo”.
Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia,
parlando dell’utilizzo della camere di sicurezza delle Questure, per contestare
l’efficacia del provvedimento, porta un esempio pratico accaduto a Venezia.
“La persona da trattenere, nei giorni scorsi, era una donna che in quel particolare
momento aveva necessità di assorbenti – dice Maccari -. Tralasciando tutti i
particolari della vicenda, basti sapere che una volante con due poliziotti (uomini)
in divisa (forse affidare il compito a una donna in borghese sarebbe stato se non
altro più opportuno….) è stata “distratta” dai normali compiti per andare in
ospedale a prendere un pacco di assorbenti”.
“Ora a parte la vicenda di per sé grave – dice il Segretario Generale – è inaccettabile che
ai poliziotti venga chiesto di origliare dietro le porte delle camere di sicurezza, che non
si dica chiaramente se chi è predisposto alla sorveglianza poi debba anche
accompagnare il presunto colpevole in tribunale, che si predispongano tanti documenti
da firmare come se quello tra il detenuto e la Questura fosse un contratto. I poliziotti,
con questo provvedimento, iniziano a somigliare più a dei ragazzi di bottega, a dei
badanti, con il rispetto ovviamente per chi fa questi lavori e vengono mortificati nella
loro professionalità”.
“Ancora una volta – conclude Maccari – dobbiamo chiedere e chiederci che Polizia
vuole questo Stato. Una Polizia che contribuisca a costruire un’Italia più sicura e
quindi più libera o una Polizia fatta non più da Servitori dello Stato ma resa alla
stregua di servi di Governi incapaci di assolvere al mandato che è stato loro
affidato!”