Per via legale
In commissione ambiente della camera, il 7 marzo scorso è cominciato l’iter di un emendamento leghista, successivamente passato alla camera e infine diventato legge in senato; si tratta della norma che rende i rifiuti campani smaltibili fuori regione solo dietro un’intesa con la regione che li dovrebbe accogliere. Il decreto che qualcuno ha già ribattezzato ammazzasud, ha tutta l’aria di essere il classico bastone tra le ruote frapposto in un sistema che, dopo vent’anni di cattiva gestione, sembra finalmente reggere, con la raccolta differenziata che cresce ed un impegno trasversale e responsabile degli attori in campo. Il principio ispiratore di tale provvedimento è che ognuno debba tenersi la propria munnezza, e detta così non sembra neanche del tutto sbagliato, se non avessimo memoria del fatto che la Campania è stata a lungo usata come discarica di rifiuti d’ogni tipo provenienti dal Nord, come ha ben documentato Roberto Saviano nei suoi scritti. Ma anche di episodi come l’emergenza rifiuti di Milano del 1995, quando la giunta monocolore leghista con in testa il sindaco Formentini, dovette ricorrere all’aiuto (allora solidale) delle altre regioni per far fronte alle trentamila tonnellate di spazzatura indifferenziata che invadevano le contrade meneghine. Una circostanza che si protrasse per mesi e decretò, alle successive elezioni, la secca bocciatura al primo turno del sindaco leghista. Non per rappresaglia, ma in applicazione del medesimo principio “a ognuno la sua munnezza” sul web riscuote notevole attenzione una proposta formulata dallo scrittore Pino Aprile che vorrebbe in vigore norme secondo le quali “le aziende che vendono fuori della propria regione le loro merci, si debbano occupare anche dello smaltimento dei rifiuti conseguenti (avanzi, imballaggi, contenitori…), e non possano vendere le loro merci nelle regioni del Sud, in mancanza di certificato che attesti il rispetto delle norme”. L’alternativa, per le aziende, è quella di pagare una tassa per lo smaltimento dei propri rifiuti nelle regioni di smercio. In questo modo tornerebbero in Padania i rifiuti che accompagnano le merci che il Nord vende al Sud, suo cliente principale, pena l’esclusione dal mercato a vantaggio dell’industria locale; il mezzogiorno non dovrebbe così accollarsi l’onere di smaltire rifiuti non suoi.