Delli Paoli, l’Imu I^ casa 4×1000, II^ 7,60×1000
L’IMU, imposta municipale unica, non sta facendo sonni tranquilli a migliaia di cittadini sannicolesi. In attesa di conoscere il Bilancio Preventivo 2012 del Comune di San Nicola La Strada (d’altra parte c’è tempo fino al 30 giugno), entro il 18 giugno i proprietari di immobili dovranno pagare l’acconto dell’Imu in base alle aliquote indicate dal governo (4 per mille sulla prima casa, 7,6 sulla seconda e le altre abitazioni). Nel frattempo, giovedì scorso, nel corso della consueta riunione settimanale, la Giunta Municipale guidata dal sindaco Pasquale Delli Paoli ha approvato la delibera di proposta al Consiglio comunale circa l’Imposta Municipale Unica (IMU) relativa agli immobili esistenti sul territorio cittadino. Il pagamento del primo acconto Imu è distante meno di due mesi, ma ad ogni proprietario di immobili tremano già i polsi. Da qualche giorno, inoltre, circolano voci secondo le quali sono previsti aumenti record per alcune categorie di immobili. Secondo alcune fonti, per le abitazioni con rendita sino ai 1.000 euro l'entità dell'Imu sarà inferiore a quella dell'ultimo pagamento Ici, effettuato nel 2007, anche grazie ai 200 euro di sgravio sulle prime case e la riduzione di 50 euro per ogni figlio di età inferiore ai 26 anni domiciliato sotto lo stesso tetto dei genitori. Su tutti i beni che non rientrano tra le abitazioni principali lo Stato tratterrà lo 0,38 per cento, percentuale che creerà un gettito nelle casse erariali pari a circa 15,5 milioni di euro. Sulla prima casa sarà applicata a San Nicola La Strada l’aliquota base dello 0,4 per cento o 4 per mille che dir si voglia, che è praticamente identica all’aliquota della precedente ICI. La nuova disciplina nazionale impone l’utilizzo dell’aliquota agevolata esclusivamente alla prima casa, alle sue pertinenze (una per tipologia), alle abitazioni possedute da anziani domiciliati in strutture protette, se non proprietari di altro alloggio. Su tutto il resto, l’IMU sconta un’aliquota base dello 0,76 per cento (o 7,60 per mille), metà della quale, come detto, verrà versata direttamente allo Stato. La precedente aliquota dell’ICI sulla seconda casa era del 5 per mille. Se fosse stata confermata questa aliquota, al comune, in pratica, non sarebbe entrato nulla e considerato che l’ente ha perso ben 4 milioni di euro di trasferimenti statali, il 3,80 per mille che entrerà nelle sue casse servirà appunto ad attenuare i mancati trasferimento da parte dello Stato. Vengono confermati i 200 euro di sgravio sulle prime case e la riduzione di 50 euro per ogni figlio di età inferiore ai 26 anni domiciliato sotto lo stesso tetto dei genitori. Su tutto il resto, il sindaco Delli Paoli ha confermato che non ci sarà alcun aumento per quanto riguarda l’IRPEF comunale (che resta ferma allo 0,6 per cento), né per il servizio idrico. Delli Paoli ha anche comunicato che i dati riguardanti l’IMU sulle seconde case sono solo una proposta al Consiglio e, quindi, non sono definitive ma soggette ad approvazione del consiglio che potrebbe anche decidere una loro riduzione. Purtroppo, ad aumentare il prelievo fiscale c’è l’aggiornamento delle rendite catastali. Il meccanismo è complesso: la rendita catastale va maggiorata del 5%. Il dato così ottenuto va moltiplicato per 160. E a quel punto andrà applicata l’aliquota base. Innanzitutto il punto di partenza è la rendita catastale dell’abitazione (per comodità chiamiamo questo dato A). Si tratta di un valore che viene ricavato dall’atto di compravendita (dove deve essere indicato) oppure attraverso gli uffici del catasto. Per i più “scaltri”, è anche possibile consultare il sito dell’Agenzia del territorio (www.agenziaterritorio.it), muniti del proprio codice fiscale e gli estremi identificativi catastali (Comune, sezione, foglio, particella). Una volta ottenuto A, bisognerà rivalutarlo del 5%. Per semplificare, occorre moltiplicarlo per 1,05 (per comodità chiamiamo il risultato B). A questo punto occorrerà rivalutare B, secondo i parametri decisi dalla manovra di Monti che variano a seconda della tipologia dell’immobile. Nella maggior parte dei casi (abitazioni private, magazzini, stabilimenti balneari e tettoie) il coefficiente per la rivalutazione standard è pari a 160, per laboratori artigiani, fabbricati per esercizio sportivo senza fine di lucro, stabilimenti balneari e curativi senza fini di lucro il coefficiente è 140, mentre per uffici e studi privati è 85, per botteghe e negozi è 55. Il Sindaco Delli Paoli ha anche sottolineato che da oggi e fino all’approvazione del consiglio (che dovrebbe avvenire non prima della fine del mese di maggio) gli uffici comunali elaboreranno tutta una serie di dati e se l’aliquota del 7,60 per mille si dovesse rivelare troppo onerosa per le tasche dei contribuenti, questa verrà ridotta.