Festa della Liberazione: il messaggio del Sindaco Sorvillo
Per il 67° anniversario della liberazione, il sindaco di Sparanise Mariano Sorvillo ha inviato un messaggio alla popolazione pubblicato sul sito web del Comune. Di seguito il testo integrale del toccante intervento dell’indimenticato Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
“Sappiano i giovani che noi abbiamo sacrificata la nostra giovinezza perché essi fossero un giorno uomini liberi in piedi e non servitori in ginocchio. Si persuadono di questa verità: quando in un paese la libertà è perduta, tutto è perduto. Chi vi parla ha vissuto e sofferta questa esperienza: abbiamo percorso con la nostra gente tutto il cammino che dalle tenebre della dittatura ci ha portato alla luce della libertà. E’, questo, un cammino cosparso di lacrime, di sangue, di rovine: il prezzo pagato per riconquistare la libertà. E noi non vogliamo che lo stesso prezzo debbano pagarlo un giorno i giovani di oggi. Ricordando la nostra lotta di allora, le sofferenze patite dagli italiani, sento di interpretare il vostro pensiero, onorevoli Deputati e Senatori, se da questo libero Parlamento composto di liberi uomini, invio la nostra fraterna solidarietà a tutti coloro che, in ogni parte del mondo, si battono in nome della libertà. La la libertà potrebbe crollare se crolla la pace di ogni giorno appare sempre più una fragile conquista. Le due Superpotenze si guardano con reciproca diffidenza, minacce vengono fatte e il micidiale potenziale nucleare va sempre più aumentando. I competenti ci dicono che il potenziale nucleare posseduto complessivamente dalle due superpotenze è di circa cinquantamila bombe atomiche. Basterebbero, secondo gli scienziati, cinquemila di questi ordigni a distruggere l’umanità intera. La storia è lì ad insegnarci che le armi non sono mai arrugginite negli arsenali e che l’imprevidenza e la follia degli uomini, che detengono nelle loro mani il destino dei loro popoli, sono infinite. E allora vale oggi più che mai l’esortazione che taluno può considerare assurda ma che io mi ostino a considerare saggia: si giunga al disarmo totale e controllato. Il denaro che oggi si sperpera a costruire ordigni di morte che recano in sé la fine dell’umanità, serva, invece, a combattere la fame nel mondo. Mentre io parlo migliaia di creature umane lottano contro la fame e di fame muoiono. Si svuotino gli arsenali e si colmino i granai.
Sandro Pertini Città del Messico, 27 marzo 1981”