Pensionati italiani più poveri d’Europa
“Nel 2010 quasi la metà dei pensionati italiani, 7,6 milioni, il 45,4% del totale, ha ricevuto pensioni (una o più prestazioni) per un importo medio totale mensile inferiore a 1.000 euro (10.877 euro annue), mentre per altri 2,4 milioni (14,4%) le prestazioni non superano i 500 euro”. È quanto ha affermato Luciano Caiazza, dirigente nazionale della Cisas e esponente del Movimento civico San Nicola Futura, che ha lanciato l’allarme sull’aumento della povertà, giunta a livelli inimmaginabili. “I pensionati italiani si confermano come i più poveri d'Europa. A pesare è soprattutto la pressione fiscale, che nel nostro Paese resta elevatissima, mentre altri paesi europei non prevedono alcuna tassazione sulle pensioni. I miei” – ha aggiunto Caiazza – “non sono dati lanciati per impressionare la cittadinanza, ma vengono direttamente dall’Istat. L'età media di pensionamento nei primi tre mesi del 2012 è cresciuta di circa un anno rispetto al 2011, e tutto ciò è accaduto prima che la riforma Fornero abbia potuto dispiegare i suoi effetti. L'inasprimento dei requisiti per andare in pensione” – ha sottolineato il sindacalista – “ha portato un dimezzamento del numero delle nuove pensioni liquidate nel privato nei primi tre mesi del 2012 (da 93.552 a 45.318), e a un calo del 32% degli assegni liquidati nel settore pubblico (da 17.313 a 11.753). Secondo l'Istat, il 47,9% delle pensioni è erogato al Nord mentre nelle Regioni del Centro è erogato il 20,5% dei trattamenti e il 31,6% al Sud. In totale i pensionati sono 16,7 milioni e percepiscono in media 15.471 euro all'anno. Circa due terzi dei pensionati infatti ha una sola pensione mentre un terzo ne ha più di una. Nel 2010” – ha proseguito Caiazza – “a fronte di una riduzione del numero totale delle prestazioni pensionistiche dello 0,3% circa su base annua (da 23 milioni 835 mila a 23 milioni 763 mila), il numero delle pensioni d'invalidità è sceso nettamente, attestandosi ad 1 milione 501 mila da 1 milione 606 mila, con un calo del 6,6%. ". Basti pensare” – ha concluso – “che dal 1993 ad oggi il potere d'acquisto di chi percepisce una pensione medio/bassa è calato di oltre il 50%. Come faranno a sopravvivere quei 2,4 milioni d'italiani che percepiscono una pensione da fame inferiore ai 500 euro, quando ad ottobre scatterà il nuovo rincaro dell'Iva e il conseguente aumento dei prezzi in tutti i settori?".