Caserta come Parma, stipendi in ritardo e buoni pasto ridotti

Finalmente è stato pagato lo stipendio dello scorso mese di Aprile ai dipendenti di Caserta Ambiente, i quali, da giorni continuavano a lamentarsi del ritardo, ed erano pronti ad entrare in agitazione e tempestando di telefonate  la Segreteria della Confederazione Cisas, unica rimasta ancora – nonostante discriminazioni, minacce e lusinghe – a tutelare i dipendenti, senza partecipare al lauto banchetto della spartizione dei posti di lavoro nella Società appaltatrice, che ancora non verserebbe le quote dei mutui e del Tfr. Nulla invece hanno ancora ricevuto i dipendenti del Comune di Caserta, che sono sempre in attesa dell’erogazione dei buoni pasto arretrati, che da questo mese vengono addirittura ridotti di costo, già misero nel passato. Unico caso nella storia sindacale italiana grazie ai sindacalisti aziendali, che per loro interessi hanno consentito addirittura la diminuzione del vecchio costo del buono pasto, che spetta ai dipendenti solo in caso di effettiva presenza nelle giornate di Martedì e Giovedì, se fanno il rientro e se non sono assenti per ferie e malattie. La Confederazione Cisas evidenzia che trattasi di un magro bottino, ai danni dei soli dipendenti, che non serve assolutamente a tappare i buchi del Dissesto Comunale.  Ben altri sono i soldi che il Comune potrebbe economizzare o recuperare. La Cisas precisa che in passato il buono pasto, sostitutivo della mensa, era di soli 9 euro, mentre – pur aumentati sensibilmente il costo della vita e la inflazione – ora  viene ridotto addirittura a 5,29 euro, cosa che farebbero bene i dipendenti – specie quelli che contattano la Cisas – a rinunciare completamente, per loro decoro e dignità. Stranamente, i dipendenti, pur inviperiti, tacciono. Forse i Sindacalisti Aziendali non hanno loro ancora  illustrato la portata dell’accordo, deliberato dalla Giunta Comunale  (del. n.60), nei giorni scorsi.

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