C’è ancora da combattere per i disabili
“Una vicenda che lascia sgomenti e senza parole”. Questo il commento a caldo di Adelaide Tronco, parente da parte di madre dei due sfortunatissimi ragazzi disabili scaricati senza troppi complimenti dal Comune così come riportato in questi giorni dalle cronache locali. “Intendo prescindere dal caso specifico di Francesco e Betty per i quali sono certa si troverà presto una soluzione, ma a fare davvero male è che ancora oggi, dopo anni di lotte a favore dei disabili, dopo anni di campagne di sensibilizzazione condotte fianco a fianco con la tenace ed inossidabile Mina Bernieri affinché la città finalmente vedesse ed accettasse tante giovani vite gravate dal destino di un fardello di cui tutti abbiamo il dovere di farci carico, ancora oggi i portatori gravi di handicap sono considerati cittadini di serie B. Sono cittadini che hanno bisogni ed esigenze diversi, e che, come rivelava lo scorso anno una ricerca del Censis, hanno in comune la paura dell’isolamento e della discriminazione. Ho assistito in questi lunghi anni alle dichiarazioni di politici di ogni parte politica sulla necessità di fare di più (l’ultima fu del ministro Fazio che parlava di “centralità della persona” e dell’importanza che lo Stato fosse più vicino ai disabili), ma la realtà di oggi è che è ancora bassa la percentuale di inserimento dei ragazzi disabili nella vita attiva della società. La burocrazia sembra andare contro i nostri figli più deboli, con i continui tagli ai fondi per il loro sostegno, ma la civiltà di un Paese si giudica anche dalla capacità e dalla sensibilità di farsi carico della parte più fragile della società … E’ nostro dovere chiederci quale sarà il futuro dei disabili che non hanno una famiglia alle spalle, quali opportunità offriamo loro, quanto lo Stato si senta responsabile per loro.
Purtroppo mi sembra ancora tanta la strada da percorrere e, dopo tutti questi anni, è davvero molto triste, ma è evidente che c’è ancora da combattere … e noi siamo ancora pronti alla battaglia!”