Dobbiamo ancora sperare nei nostri giovani?
Non è solo il modo di vedere la figura della donna a essere cambiato, ma purtroppo anche il rapporto figli-genitori e i
sentimenti dei primi verso i secondi. Infatti, sono più che frequenti gli episodi di cronaca che ci dimostrano in modo atroce questo fenomeno.
Un fatto che può essere portato da esempio risale a molto tempo fa, al 2001 precisamente: si tratta della vicenda, avvenuta a Novi Ligure, di Erika De Nardo (allora sedicenne) che insieme al fidanzatino Mauro Gavaro, detto Omar (diciassettenne) uccise la madre e il fratellino. Forse, la causa è da ricercare nella severità della madre della ragazza che non assecondava il suo legame con Omar. Ovviamente, ci troviamo di fronte a un paradosso.
Al contrario, a testimoniarci quella che a tal proposito in passato era una realtà totalmente opposta, vi è il racconto del libro “Cuore” di Edmondo De Amicis. “Il piccolo scrivano fiorentino” è un esempio di dedizione alla famiglia e spirito di sacrificio. Giulio è un “grazioso fiorentino di dodici anni” che, per aiutare la sua famiglia che vive nelle strettezze, cerca di agevolare il padre svolgendo, di notte, il suo lavoro scrivendo nomi e indirizzi su delle fasce. A causa della stanchezza, il rendimento scolastico di Giulio comincia a risentirne. Dapprima il padre lo rimprovera e solo per caso, una notte, l’uomo scopre il suo segreto e si lascia andare alla commozione.
Come si può notare, un tempo i figli erano disposti a lavorare e di conseguenza a sacrificarsi per i genitori. Regnava, inoltre, il profondo rispetto: lo scrivano, infatti, non osava rispondere malamente agli ingiusti rimproveri del padre. Nel 2012, invece, episodi simili sono quasi nulli: per i ragazzi la propria casa è diventata un albergo e ci si rivolge ai genitori solo per chiedere soldi, il cui fine spesso non è dei migliori. La cronaca dimostra anche che, talvolta, non comprendendo che i genitori vogliono solo il loro bene, l’unico sentimento che i figli nutrono verso chi li ha generati è l’odio, manifestato in omicidi e altri folli atti. Viene snobbato anche il quarto comandamento “onora il padre e la madre” e la causa di tutto non è unica: la prima, è probabilmente la società in degrado in cui ci troviamo a vivere. Ancora, enormi responsabilità le ha lo stesso nucleo familiare in cui l’adolescente cresce e, infine, a volte non si sbaglia se si incolpa la scuola, la quale non si sofferma abbastanza su discipline come l’educazione civica e la legalità. Con tutte queste mancanze, come possiamo ancora sperare nei nostri giovani?