Nulla di nuovo sotto il cielo
L’amore per il sapere ci ha spinti a prelevare dalla ricca Biblioteca dell’Associazione Dea Sport Onlus il volume: “La vita al tempo dell’antica Roma” ed abbiamo appreso che, anche allora, accadevano avvenimenti che si sono perpetuati nel tempo. Infatti anche nella Roma dei Cesari la corruzione imperversava da mattina a sera. Un certo Verre, governatore della Sicilia, fu accusato di concussione, di abuso di potere, di rapine, di violenze e riscossione di tangenti. Contro Verre, difeso dai patrizi, si scagliò un grande oratore, Marco Tullio Cicerone, che inchiodò l’indegno funzionario dello Stato alle sue responsabilità. Secondo Giugurta, Re di Numidia, a Roma si potevano corrompere tutti i funzionarti dello Stato perché tutti erano assetati di ricchezza ai danni del popolo che viveva miseramente. In un ambiente così corrotto, apparve un altro individuo, Lucio Sergio Catilina, che si dimostrò peggiore del governatore Verre. Catilina apparteneva ad una famiglia patrizia romana decaduta e non accettava di vivere una vita squallida, in una Roma dove i ricchi sfoggiavano le loro ricchezze accumulate sfruttando cariche pubbliche. In un ambiente così corrotto, Catilina preparò una congiura aiutato dagli aristocratici avidi di denaro e di potenza. I metodi “mafiosi” di Catilina erano noti in tutta Roma e il 7 novembre del 63 a. C. , in casa di un suo amico, si radunarono i congiurati con l’intento di abbattere il governo. Ma, a causa di una soffiata, la congiura fallì e tutti finirono in galera. Iniziò il processo e l’accusatore di Catilina fu il garnde Cicerone che, nell’aula del Senato, terminò il suo intervento accusatorio con la famosa frase:” Fino a quando, Catilina, abuserai della nostra pazienza?”. L’accusato lasciò Roma seguito da un gruppo di miliziani ma, raggiunto dalle truppe del Console Antonio, fu ucciso in un cruento combattimento. Roma fu liberata da due loschi individui, ma la miseria continuò ad imperversare dovunque mentre affluivano in città centinaia di stranieri ingrossando le fila dei disoccupati. Concludendo possiamo dire che la situazione di quel tempo non si differenziava da quella di oggi per cui:”Nulla di nuovo è sotto questo cielo”. Chi vuol capire capisca!