Una sconvolgente confidenza
Durante un colloquio con il giovane Antonio M. abbiamo appreso ciò che suo zio Michele, residente ad Isernia, afferma con assoluta convinzione: “Nel 2006, a causa di una grave malattia, mio zio finì in coma irreversibile e dopo tre settimane, tra la gioia di tutti i familiari, si risvegliò. Una mattina di sei anni fa zio Michele si alzò dal letto con un forte mal di testa e dopo alcune ore perse i sensi. In ospedale i medici del pronto soccorso gli diagnosticarono una meningite batterica ed aggiunsero che sarebbe vissuto come un vegetale poiché non si sarebbe mai più svegliato dal coma. Invece, dopo tre settimane, accadde il “miracolo! “: zio Michele aprì gli occhi e raccontò di aver fatto un meraviglioso viaggio: “ E’ difficile raccontare ciò che ho visto. Ero in una dimensione nuova e tutto intorno era una dolce armonia. Eravamo circondati da tante nuvole e più in alto tanti esseri alati cantavano in coro. Quel canto comunicava uno strano benessere e si avvertiva un dolce abbandono. Accanto a me sostava una giovane donna dagli occhi azzurri ed i lunghi capelli. Il suo sguardo mostrava una indescrivibile dolcezza e con voce serena sussurrava: ”Qui non hai nulla da temere. Qui regnano la serenità e l’amore! Qui tutto finisce: la superbia, l’orgoglio, la vanità non fanno parte di questo mondo! “ E zio Michele aggiungeva: “Da una sfera lontana giungeva una splendida luce che rasserenava l’animo e comunicava tanta fiducia. Ho constatato che mi trovavo in un luogo che, sulla terra, definiamo l’Aldilà ed io, un tempo incredulo, adesso sono del tutto cambiato. Questa esperienza mi ha spinto ad entrare in chiesa dove, molto volentieri, partecipo ad ogni funzione religiosa ed avverto la dolce sensazione di quella breve permanenza oltre la vita. Ora tutto mi appare più bello ascoltando i canti liturgici, il suono dell’organo e i dipinti della Via Crucis di Nostro Signore”. I familiari e gli amici restano ad ascoltare estasiati la descrizione di Michele e sono convinti che il suo ritorno in vita sia opera di un miracolo che ha riportato all’ovile la pecorella smarrita.