Il grande banchetto del “clan dei casalesi” all’epoca dei due Magliocca
Bisogna avere solo un po’ di pazienza, ma prima o poi sarà fatta chiarezza in maniera completa in merito al grande banchetto del “clan dei casalesi” sugli appalti del Comune di Pignataro Maggiore, quando sindaco era Giorgio Magliocca e assessore ai lavori pubblici Giovanni Magliocca. Anche la “Brick costruzioni srl”, aggiudicataria dell’appalto per “completamento arredo urbano”, per un importo complessivo a base d’asta di 175.000 euro, infatti, è risultata appartenere al pervasivo cartello delle ditte edili che nella città tristemente nota come “Svizzera dei clan” hanno messo in atto un’abbuffata tale che i pignataresi saranno costretti a pagare debiti enormi e per tanti anni. Ecco l’ennesima storia di camorra imprenditrice nella mangiatoia di Palazzo Scorpio (sede dell’Amministrazione pignatarese).
Come da determinazione del Servizio tecnico comunale numero 274 (registro generale) del 15 maggio 2009, la gara d’appalto fu aggiudicata in via definitiva con un ribasso del 34,511 per cento alla già citata “Brick costruzioni srl”, impresa con sede legale in Casal di Principe. La gara d’appalto si era svolta il 15 dicembre 2008 e, essendo trascorsi inutilmente i 45 giorni previsti di attesa per le informazioni antimafia chieste dal dirigente del Servizio tecnico, ingegnere Girolamo Parente, alla prefettura di Caserta, la “Brick costruzioni srl” poté andare avanti indisturbata fino a che non fu emessa nei suoi confronti interdittiva antimafia in data 19 novembre 2010. Nel frattempo, il 12 gennaio 2010, con deliberazione di Giunta comunale numero 3 (adottata su proposta del sindaco Giorgio Magliocca, non dell’assessore ai lavori pubblici Giovanni Magliocca) alla “Brick costruzioni srl” erano stati destinati altri soldi grazie a un provvidenziale “progetto migliorativo”.
Risparmiamo ai nostri (pochi) lettori altri dettagli tecnici e veniamo alla fase più inquietante dell’intera vicenda. Con nota protocollo numero 10432 del 13 dicembre 2010 il Servizio tecnico del Comune di Pignataro Maggiore comunica alla “Brick costruzioni srl” l’avvio della procedura per la rescissione dei due contratti di appalto per effetto dell’interdittiva antimafia. Notizia che ricaviamo dalla determinazione del Servizio tecnico numero 65 (registro generale) del 3 febbraio 2011 con la quale l’ingegnere Girolamo Parente decide di versare alla “Brick costruzioni srl” circa 28.000 Euro per credito d’impresa. Il 20 gennaio 2011 la “Brick costruzioni srl”, e per essa la legale rappresentante Silvana Corvino, presenta ricorso al Tar, chiedendo l’annullamento dell’interdittiva antimafia emessa dalla prefettura e la successiva nota del Servizio tecnico del Comune di Pignataro Maggiore relativa all’avvio delle procedure per la rescissione dei contratti di appalto. Si apre, quindi, una battaglia legale davanti alla prima sezione del Tribunale amministrativo regionale della Campania di Napoli, ma la Giunta comunale di Pignataro Maggiore (prima di tutto l’allora sindaco Giorgio Magliocca con l’assessore ai lavori pubblici all’epoca in carica Giovanni Magliocca, entrambi sedicenti grandi combattenti “anticamorra”) non ritiene di doversi costituire in giudizio nominando un avvocato che difendesse le ragioni del Comune e quindi dei cittadini pignataresi. Comunque, la battaglia ingaggiata dalla prefettura di Caserta (nonostante la sintomatica diserzione del Comune di Pignataro Maggiore) si conclude con una vittoria su tutta la linea: il Tar respinge il ricorso della “Brick costruzioni srl” con sentenza depositata il 9 maggio 2012 (documento che pubblichiamo integralmente in coda a questo articolo). Ora vi è da immaginare che la ditta in questione farà ulteriore ricorso al Consiglio di Stato.
Poniamo due sole domande, per ora: 1) Perché le ditte edili legate al “clan dei casalesi” hanno trovato l’America con gli appalti del Comune di Pignataro Maggiore, all’epoca dei due Magliocca? 2) Perché, una volta avuta notizia (con la dovuta notifica) del ricorso al Tar presentato dalla “Brick costruzioni srl”, l’Amministrazione Magliocca non ritenne di costituirsi in giudizio contro la ditta legata ai “casalesi”? Mistero magliocchiano. Fin qui le nostre domande. Le risposte le attendiamo (e, ne siamo certi, arriveranno) dai valorosi magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli.
Rosa Parchi
La sentenza del Tar Campania: 201202127_01.XML
Articolo pubblicato da “Pignataro Maggiore News”
blog di giornalismo investigativo curato da Davide De Stavola
17/11/2012 – http://pignataronews.myblog.it/