62^ giornata agricola del Ringraziamento
Con due distinte cerimonie e due separate Messe, a Bellona alle ore 9 e a Triflisco alle ore 10, è stata celebrata la Giornata Agricola del Ringraziamento per esprimere al Signore gratitudine per i doni della terra e del lavoro dell’uomo e per testimoniare la centralità del mondo agricolo che, quale nobile espressione della laboriosità rurale, può dare un notevole contributo al superamento della difficile crisi con cui si sta confrontando il mondo intero.
“Confida nel Signore e fa' il bene: abiterai la terra”
E proprio da “uno stile di vita radicato nella fede”, la Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, inizia il proprio Messaggio per la Giornata, ricordando come “a quanti sono immersi nella bellezza e nell’operosità del lavoro rurale” appare in modo speciale che “nella fede riconosciamo la mano creatrice e provvidenziale di Dio che nutre i suoi figli”.
Non mancano un appello per la giustizia e la legalità, particolarmente di fronte “ai braccianti agricoli, in gran parte immigrati” ed un invito a “guardare al futuro del nostro paese andando oltre gli schemi abituali, nel rispetto e nella valorizzazione delle tipicità dei diversi territori e dei tanti prodotti locali che la nostra bella terra d’Italia ha posto nelle nostre mani”.
Il Messaggio per la Giornata del Ringraziamento – spiega Giovanni Carusone, presidente dei Coltivatori di Bellona, che ha organizzato gli eventi – evidenzia un riscoperto amore per la terra, proprio come il disegno originario di Dio, dove l'uomo e la terra operano nella reciprocità: il primo offre le sue cure, la seconda i suoi frutti. In questo modo si compie il disegno finalizzato alla vita, al benessere dell'umanità, allo sviluppo di tutti. Per questo bisogna riconoscere la centralità del lavoro agricolo, ridando dignità al lavoratore della terra nello stesso modo degli altri lavoratori. Per questo le Amministrazioni Locali devono creare nelle campagne condizioni di vita migliori attraverso la creazione di infrastrutture (viabilità, illuminazione, sicurezza) che consentano ai pochi nuclei agricoli ancora residenti nelle campagne di rimanervi. Il settore agricolo è vittima di una grave ingiustizia – continua il presidente Carusone – che mette a rischio il futuro delle imprese e potrebbe portare alla scomparsa di questo importantissimo settore della economia, l’unico che “non trasforma” ma “produce” la sua materia prima, fonte di ricchezza per i coltivatori e di sopravvivenza per la popolazione. Investire nell’agricoltura è, perciò, una scelta non solo economica, ma anche culturale, ecologica e politica di forte valenza sociale”.