World press photo 2012: Le immagini della storia

Nel 1955 la foto di un uomo che vola giù da una motocicletta vinceva la prima competizione internazionale organizzata dall’unione di fotogiornalisti olandesi. Lo scopo dell’evento era quello  di creare un luogo di informazione, di scambio culturale e da allora il progetto è cresciuto, si è ampliato, fino a rappresentare oggi la più prestigiosa mostra internazionale di fotogiornalismo. World Press Photo è un’organizzazione no profit  che grazie allo sponsor della Canon e al supporto delle lotterie olandesi di codici postali è riuscita negli anni ad accogliere forme di contestazione politica pur  mantenendosi sempre indipendente da pressioni politiche e governative. Ogni anno una giuria indipendente sceglie un vincitore e seleziona delle foto che saranno esposte in cinquanta stati del mondo. Da tre anni L’Associazione Culturale Neapolis.Art cura e sostiene l’evento nella città di Napoli , e quest’anno ha scelto come location il Complesso Monumentale di Santa Chiara. Camminando nella sala Maria Cristina tra le 170 foto selezionate per l’edizione 2012 si ha quasi l’impressione di viaggiare indietro nel tempo. Il foto Reporter con le sue immagini non trasmette solo le sue emozioni o sensazioni ma porta sulle sue spalle una responsabilità più grande:è come se in quel singolo scatto la storia si fermasse . Si ripercorrono i momenti piu significativi del 2011 attraverso l’immagine di una donna  tra le maceria di Fukushima che  solleva come un trofeo il diploma ritrovato della figlia o quella di un quartiere di Pyongyang in cui tra palazzi grigi alti e imponenti spunta come unico punto luminoso un cartellone  con l’immagine di Kim Il Sung, o ancora le immagini dei ragazzi che gridano in piazza Tahrir  e quelle del cadavere di Gheddafi che segnarono la fine di un regime. La foto vincitrice è stata scattata per il New York Times a Sanaa, Yemen durante una manifestazione contro il regime di Abdullah Saleh. Raffigura una madre con indosso il niqab che abbraccia il figlio ritrovato, sofferente per gli effetti del lacrimogeni. Un abbraccio che racchiude in se il coraggio e la disperazione di chi lotta contro un regime ma anche la consapevolezza e la paura che quella battaglia potrà condurre sino alla morte. Vale la pena fermarsi ad osservare con attenzione  quelle fotografie perché è evidente che spesso le immagini segnano l’uomo più di quanto possa fare qualsiasi parola. La mostra si terrà dal 22 dicembre 2012 al 13 gennaio 2013 presso il Complesso Monumentale di Santa Chiara e sarà seguita da una serie di incontri e workshop.
Orari: Lunedì-domenica 9.30-19.00 (chiuso il 25 dicembre, 1 gennaio ore 16-22)
 

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