“Audiovisioni” il cinema si riscopre muto
Il cinema che siamo abituati a concepire si compone di immagini, musica , suoni e parole . Ma non è sempre stato così. Se si ripercorre la storia del cinema, fino al 1927 le immagini scorrevano sullo schermo senza suoni e parole , le accompagnavano brevi didascalie e colonne sonore realizzate dal vivo. L’effetto era impressionante : espressioni, gesti e sguardi forti e immediati. Forse è un caso che nel 2012 l’Oscar del cinema sia stato assegnato a “The artist” , film muto che descrive il dramma di un regista nel passaggio dal muto al sonoro, o forse quel film evidenziava un’esigenza: recuperare qualcosa di quel passato. La rete ‘na musica , collettivo di associazioni e singoli rappresentanti della scena culturale artistica partenopea, dà ascolto a questa esigenza realizzando un progetto artistico dal titolo Audiovisioni. Non la semplice proiezione di film muti, ma il recupero di quell’atmosfera in chiave moderna. Se fino al 1927 i film erano accompagnati da musicisti che ne realizzavano dal vivo la colonna sonora, così Audiovisioni prevede la presenza di musicisti pronti a sperimentare dal vivo diversi generi ritmi e melodie. Il primo dei tre appuntanti previsti al Museo Madre di Napoli , ha visto la proiezione del film “Assunta Spina” di Gustavo Serena (testi di Salvatore Di Giacomo) uno dei film muti di maggior successo nello scenario italiano, accompagnato dalle musiche di Ensemble Dissonanzen: Enzo Salomone (voce), Tommaso Rossi (flauto) Francesco Solombrino (violino), Manuela Albano (violoncello) , Ciro Longobardi (pianoforte). Seguiranno altri due appuntamenti: il 15 febbraio con “Percezioni” di Samuel Beckett e il 15 marzo con “Man Ray movies” di Emak Bakia. Il risultato evidente di questa sperimentazione è che la percezione delle immagini muta con il variare della musica ed è un sentimento volubile che cambia di genere in genere e da persona a persona . La sensazione è che a volte il suono delle parole risulti ridondante e serva un film muto per ricordarcelo.