Il gasolio, lo scaricabarile e i cittadini a piedi
Napoli, 30 gennaio 2013, ore 8.30, gli autobus non escono dal deposito per mancanza di gasolio e la città si spacca in due: da un lato c’è chi attende con stupore alla fermata, nella vana speranza di vedere passare almeno un pullman e dall’altro c’è chi non sembra affatto stupito e vaga alla ricerca di un mezzo di trasporto alternativo. Alle 18.30 del giorno prima l’A.N.M. è pienamente consapevole che i ritardi accumulati nel pagamento dei fornitori di gasolio lasceranno gli autobus in deposito e affida la notizia ad un breve comunicato sulla sua pagina facebook: “il 30-1-2013 mattina, per mancanza di gasolio, il servizio non sarà garantito”. Ed ecco spiegato perchè lo stupore di alcuni si affianca all’amara consapevolezza dei più fortunati che il giorno prima risultavano già informati su quello che sarebbe accaduto. Davvero una modalità insolita di informare i cittadini, ed infatti il presidente dell’autorità di garanzia sugli scioperi, Roberto Alesse, sottolinea che “i cittadini non possono essere informati tramite facebook sulla mancanza di un servizio pubblico essenziale” .Il risultato è la paralisi, cui segue il caos, poiché gli autobus rappresentano gli unici mezzi di trasporto in grado di assicurare una copertura sull’intero territorio cittadino e c’è chi non trovando mezzi alternativi rinuncia al lavoro, alla scuola, all’università. Alle 18.50 sarà di nuovo un comunicato su facebook ad avvisare i cittadini che “il servizio è tornato regolare” e almeno le persone possono rientrare a casa. Nel day after del mercoledì nero dei trasporti comincia la caccia al responsabile cui segue il solito scaricabarile tra azienda, comune , regione e governo. L’amministratore delegato dell’A.N.M. , Renato Brunetti, parla dei 300 milioni che gli enti locali devono all’azienda : 40 li devono versare lo Stato e la Regione , 260 invece li deve versare il comune. “L’amministrazione comunale non ha diretta responsabilità nel rifornimento dei carburanti degli autobus che è di competenza della società” chiosa De Magistris e precisa che con il piano di rientro recentemente approvato dalla giunta, conta di restituire 100 milioni entro marzo. Per il presidente della Regione , Stefano Caldoro, “lo stop degli autobus è il risultato dei tagli violentissimi che hanno ridotto i fondi del 25%” con un ovvio riferimento ai tagli governativi agli enti locali. Duro il commento del capo dell’opposizione al consiglio comunale , Giovanni Lettieri: “il comune non paga e l’A.N.M. non ha i soldi, la responsabilità è di De Magistris”. C’è poi lo stupore del Sindaco “per l’attenzione mediatica perfino nazionale , su un disservizio che non è stato peggiore di altre situazioni critiche delle scorse settimane” , come a voler scaricare la responsabilità sui media che hanno ingigantito la questione nonostante i cittadini Napoletani siano abituati a cose ben peggiori. Non è così. In un paese civile ci si indigna se mancano i soldi per far partire gli autobus e sarà meglio per questa città che se ne continui a parlare , perché il giorno in cui i disagi quotidiani non faranno più notizia, significherà che all’abitudine sarà definitivamente subentrata la rassegnazione.