Il Palazzo Pascale di Curti
Il Palazzo Pascale di Curti figura tra gli edifici aristocratici secenteschi ancora oggi presenti sul territorio comunale; il fabbricato, distando non più di duecento metri dalla via Nazionale Appia e dalla Conocchia, è situato in un’area frequentata sin dai tempi dei Romani. Esso è sito in via Marconi, ai civici 12-14-16, che segnano tre differenti accessi: al 12 vi è infatti l’ingresso principale, che conduce anche al piano nobile, dunque all’area abitativa riservata ai proprietari; al 14 c’è l’ingresso alla Cappella di Sant’Antonio da Padova, non più agibile, ma di cui resta ancora l’iscrizione sacra sulle inferriate esterne; infine, il civico 16 consentiva l’accesso al cortile patronale, dove si svolgevano le quotidiane attività agricole. La facciata del pianoterra è trattata con fasce di stucco a bugnato, mentre al primo piano i balconcini alternano timpani triangolari e semicircolari; non trascurabile è il criterio edilizio del soffitto, dove i comignoli richiamano con chiarezza quelli presenti nella fabbrica serica di S. Leucio, risalenti alla fine del 1700. Il cortile rustico, ovvero la corte agricola, consta di logge e di arconi ovali ribassati, i quali coprivano i vari cortili e i granai; il piano nobile dovrebbe ancora conservare le decorazioni in finto marmo e i soffitti decorati. Il complesso, insomma, è indice di quel saldo binomio tra padronanza aristocratica e manodopera contadina, assemblata in un unico corpo edilizio e in una sola struttura abitativa, ma con una severa scansione dei rispettivi spazi lavorativi. Di fronte al palazzo, dunque sul lato sinistro della strada, si può ancora osservare un’esedra, dalla quale un tempo si accedeva al giardino padronale, ornato di palme e comprensivo di una vasca e di una nicchia con timpano. Il fabbricato offre una tangibile testimonianza dei criteri insediativi dei secoli scorsi; sarà compito delle Amministrazioni studiare dei progetti per valorizzarlo e ripristinarne il fascino.