La Mimosa. Storia di un Simbolo

Pianta originaria della Tasmania, la Mimosa appartiene alla famiglia delle Acacee e delle Leguminose, ed in particolare alla sottospecie delle Mimosacee. È un albero dai fiori gialli e a grappolo, con un profumo dolce e fragrante. La sua corteccia è stata adoperata, in medicina, come astringente e antidiarroico mentre i fiori nella creazione di profumi. Inoltre possiede tannini ed un olio usato per l'aromaterapia e per il trattamento di alcune malattie cutanee. Inoltre , i fiori della mimosa sono un ottimo ingrediente per fare delle gustose frittelle, basta aggiungerli e mescolarli ad una pastella fatta con farina, sale, lievito di birra e dopo aver formato delle parti con un cucchiaio, friggerli in olio bollente. Usata come pianta ornamentale, la Mimosa è molto delicata, teme inverni molto rigidi con temperature per lungo tempo sotto lo zero che possono provocarne la morte.
Esistono diverse leggende su questo meraviglioso fiore. Questa è una delle più note. C'era una volta in un paese lontano un popolo forte e coraggioso la cui caratteristica peculiare era il colore dei capelli che, a differenza di quello degli altri abitanti delle altre isole vicine, era del colore del sole. Specialmente le donne erano orgogliose di quelle nuvole d'oro che pettinavano per lungo tempo durante il giorno. Le donne del villaggio erano bellissime e molto ambite tanto che un giorno, mentre gli uomini erano in mare per la pesca, Mhim, figlia del capo villaggio, insieme ad altre ragazze venne rapita dai membri di una tribù nemica. La grotta dove Mhim e le altre prigioniere erano state rinchiuse era accessibile solo dal mare, e questa aveva un unico condotto d'aria che sbucava sulla cima di una collinetta. La giovane Mhim, forte nella sua agilità, decisa a salvare se stessa e le sue compagne dal triste destino che le attendeva, chiese loro di essere issata sulle loro spalle per infilarsi nello stretto cunicolo e cercare aiuto dall'alto della collina. Con grande sforzo riuscì a raggiungere l'apertura collegata all'esterno e a sporgere la testa dalla cavità. Da lontano vide le veloci barche della sua gente ma la sua testa affiorante dalla collinetta non poteva essere notata da così lontano. Così, consapevole della sua fine ormai prossima, si sciolse le trecce e i suoi capelli biondi cominciarono a muoversi nel vento come una bandiera. Era questo il segnale che gli uomini stavano arditamente cercando. Le compagne di Mhim furono liberate, ma la coraggiosa ragazza morì soffocata e quello stretto cunicolo divenne la sua tomba. Quando il suo promesso sposo si recò sulla collina per onorare il corpo della sua sfortunata compagna con una degna sepoltura, trovò al posto di Mhim una pianta dalle radici profonde e fortissime, e una grande chioma di fiori d'oro che si muovevano al vento.Era la Mimosa.
Ma perché e da chi fu scelta la mimosa come simbolo della festa della donna. Ci sono due versioni. La prima più antica risale al 1908. Siamo in America, a Chicago ed è l'8 marzo. Al passaggio dei funerali delle lavoratrici morte nell'incendio della fabbrica occupata per difendere i propri diritti, la folla commossa raccolse dagli alberi presenti vicino alla fabbrica rametti di fiori gialli lanciandoli sul corteo.
La seconda invece risale al 1946. Siamo in Italia, a Roma e l'UDI (Unione Donne Italiane) doveva scegliere un simbolo floreale per festeggiare il primo 8 marzo postbellico così come il garofano rosso lo era per la festa del lavoro. Le donne, essendo i giardini peni di mimose e dunque facilmente reperibili in marzo oltre ad essere profumate, optarono per le mimose. Ma non fu una scelta semplice bensì complessa che a raccontarla oggi appare come una leggenda. Infatti le donne preferivano l'orchidea ma Teresa Mattei, che l'anno dopo avrebbe fatto parte dell'Assemblea Costituente, per evitare la scelta di un fiore costoso come quello, s'inventò una leggenda cinese, raccontando che la mimosa per quel popolo rappresentava il calore della famiglia ed era il simbolo della gentilezza femminile. In tal modo convinse le donne e la mimosa vinse.

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