Recensione del libro: ”Sua Altezza Reale” di Danielle Steel
Ho appena finito di leggere il romanzo di Danielle Steel:”Sua Altezza Reale” in preda ad un senso di vuoto e di smarrimento, quando ti accingi a portare a termine la lettura del libro di una delle più famose ed acclamate scrittrici del mondo, dovresti sentirti soddisfatto ed appagato. Ed invece per me non è stato così, nonostante mi fossi avvicinato con circospezione e timore reverenziale verso il romanzo di una cotanto elogiata romanziera, io non mi sono sentito affatto appagato dalla lettura della storia narrata, che è presto riassunta. Sua Altezza Reale non è altro che la principessa Christianna del Liechtenstein, figlia del principe Hans Josef, principe regnante del minuscolo Stato incastonato tra le montagne della Svizzera e dell’Austria. Il padre è tutto dedito al suo duro compito di governante del piccolo Stato, ligio al dovere, serio e compunto, tutto preso dal suo ruolo e dalle sue responsabilità. Il figlio maggiore, e suo erede naturale, Freddy, è un ragazzo di circa 32 anni, scapestrato e scavezzacollo, tutto dedito ai piaceri ed ai divertimenti, sempre in giro per il mondo in cerca di avventure e di sollazzi, sempre al volante di auto sportive potenti e di belle ragazze. Il figlio maggiore è l’assillo costante del principe, mentre la figlia è l’esatto contrario, sempre pronta a sacrificarsi per il bene del padre e la gioia dei devoti sudditi. Il principe ha subito la morte della giovane moglie in modo tragico, lasciandolo solo ed afflitto, con l’incombenza di educare i suoi due figli oltre che di prendersi cura del benessere del suo popolo. Christianna crescendo diventa una bellissima principessa, dai tratti dolci e delicati, dai modi naturalmente gentili ed irreprensibili. Il padre Hans Josef le permette di frequentare l’università di Berkeley negli Stati Uniti, con l’accordo che una volta terminati gli studi, Christianna si dedichi anima e corpo al suo ruolo di principessa, supplendo alla mancanza ed alla inadeguatezza cronica del fratello come principe ereditario. La vita di Christianna è monotona e noiosa a corte, unico diversivo sono le sue sporadiche visite ad una cugina britannica di nome Vittoria, apparentata con la famiglia reale britannica con il tiolo di duchessa. Vittoria è tutta dedita al divertimento ed alle stravaganze, è perennemente inseguita e fotografata dai paparazzi per la gioia dei giornali popolari sempre in cerca di gossip riguardanti personaggi della famiglia reale. Christianna non condivide la sua condotta ma, di tanto in tanto si lascia trascinare dalle sue stravaganze per uscire dalla monotonia del suo tran tran quotidiano nel suo staterello, tra tagli di nastri ed inaugurazioni di ospizi per anziani ed asili nido per neonati. Un giorno avviene un fatto tragico, un gruppo di terroristi di un non bene precisato Stato dell’ex Unione Sovietica, attacca ed occupa una scuola in una città russa. Prima che le forze speciali russe entrino in azione con la forza a liberare gli ostaggi, i terroristi uccidono e massacrano centinaia di bambini. La principessa colpita nel profondo dalle immagine televisive che scorrono sullo schermo del suo televisore in camera sua, chiede al padre di potersi recare sul posto con la Croce Rossa Internazionale in quella cittadina russa sperduta nella steppa di cui non sa neanche pronunciare il nome. Il padre dopo un primo rifiuto concede alla figlia di recarsi in quel luogo accompagnata da due guardie del corpo, giovani agenti speciali di cui il principe ha piena fiducia, con l’incarico di vegliare sulla figlia e di riportarla indietro sana e salva in caso di pericolo di vita. L’esperienza fatta in quelle condizioni estreme trasforma la giovane principessa, la quale assiste e rincuora le giovani madri che sperimentano l’atroce dolore di vedersi trucidati davanti agli occhi i propri figli senza nulla poter fare. Quando tutto finisce con l’uccisione di tutti i terroristi e la liberazione dei bambini e gli ostaggi superstiti, la principessa non è più la stessa persona che è partita da Vaduz per recare conforto ed aiuto a quei poveri disgraziati pieni di terrore e di paura. Dopo il suo rientro in patria, non riuscendo più a sopravvivere nell’ozio e nella nullità del suo ruolo a palazzo, convince il padre a lasciarla partire per andare in Africa in un ospedale da campo nel Corno d’Africa per aiutare la popolazione locale attraverso la cooperazione della Croce Rossa Internazionale. La responsabile della Croce Rossa che aveva conosciuto nella cittadina russa le fornisce le giuste credenziali per essere arruolata come volontaria. Anche in questa occasione il padre la obbliga a partire accompagnata dagli stessi due agenti che l’avevano scortata in Russia. L’esperienza in Africa rafforza e consolida la sua idea di dedicarsi ai bisognosi ed ai diseredati. Christianna si convince sempre di più che quella è un vita degna di essere vissuta, non quella che conduce a palazzo. In Africa oltre a rafforzare il carattere e la sua decisione di dedicarsi ad opere di carità conosce anche l’amore. Si innamora di un giovane ricercatore americano che fa parte dell’organizzazione “Medici senza frontiera”. Al campo nessuno conosce la sua vera identità tranne il responsabile della struttura. Quando il giovane ricercatore Parker Williams viene a conoscenza della sua reale identità rimane sbalordito e frastornato, incredulo ma follemente innamorato le chiede di sposarlo. Christianna non può che rifiutare, sa che il padre non concederà mai il suo permesso, il principe ha promesso in punto di morte alla moglie che la figlia avrebbe spostato un principe di sangue blu. Quando tutto sembra congiurare contro il lieto fine dei due giovani amanti, ecco il risvolto cruciale. Durante una cena ufficiale, in cui è presente anche il fratello nel palazzo addobbato tutto a festa, alla fine del ricevimento di gala Freddy invita la sorella a salire sulla sua nuova fiammante Ferrari ultimo modello. Lei rifiuta accusando una leggera stanchezza, allora il principe chiede al padre di salire con lui, egli accetta l’invito seppur titubante con l’accordo che si tratti solo di pochi minuti e che il figlio guidi con prudenza. Appena lo scintillante bolide rosso parte neanche il tempo di fare poche centinaia di metri in direzione del boschetto che delimita il parco intorno alla residenza principesca che Christianna e tutto il personale all’esterno del palazzo vedono scomparire in un lampo di fuoco incandescente la Ferrari con i due illustri ed ignari occupanti. Dopo i funerali, in cui al dolore lancinante di Christianna, durante i quali il suo atteggiamento appare pieno di naturale compostezza, si pone il problema della successione al trono del piccolo principato. Per legge atavica le donne non possono succedere al trono, pertanto, si cerca in tutti i modi tra i parenti più prossimi del principe un degno erede. Quando si constata che risulta impossibile trovarne uno all’altezza, il Primo Ministro propone alla principessa Christianna di accettare che lei succeda al trono del padre. Se lei accetta, lui le promette che farà cambiare la legge Costituzionale in modo che da quel momento in poi anche le principesse possano succedere al trono del Liechtenstein. Christianna accetta e la legge viene cambiata. Durante la cerimonia di incoronazione Williams si presenta inaspettato nella cattedrale e riesce a farsi accettare come futuro marito dalla principessa. Così la storia finisce con il lieto fine e la degna conclusione delle favole: e vissero felici e contenti…… .
Così riassunta la storia, quasi mi accorgo di avere reso un buon servizio al libro più di quanto era nelle mie intenzioni fin dall’inizio. Invece nelle sue quattrocento pagine, manca quasi sempre di pathos e di ritmo. Infatti, dal mio succinto resoconto il romanzo sembra pieno di colpi di scena, veloce ed interessante da leggere. In effetti per me non è stato così, i dialoghi sono quasi inesistenti, poco verosimili, senza verve né vivacità, non riescono a suscitare un coinvolgimento profondo nel lettore. Si intuisce facilmente e con anticipo dove l’autrice vuole andare a parare. Il linguaggio è semplice e senza punte di lirismo alcuno, i personaggi sono solo abbozzati, non si coglie quasi mai il loro intimo risvolto psicologico in pressoché nessuna situazione personale. Il lettore è trascinato verso la conclusione della storia per inerzia. Perfino il punto di svolta cruciale, cioè l’attentato con la conseguente morte del principe regnante e di quello ereditario, padre e fratello della protagonista, si intuisce con largo anticipo. Nulla è detto del perché di un attentato tanto atroce perpetrato ai danni di una casa regnante di uno staterello neutrale e pacifico semisconosciuto, incastonato tra le alte montagne delle Alpi ai confini tra la Svizzera e l’Austria. Non si capisce per quale motivo una fantomatica e sconosciuta organizzazione terroristica debba uccidere l’erede al trono del principato del Liechtenstein. Purtroppo è così, si capisce che l’escamotage serve all’esimia autrice per portare a felice conclusione la storia d’amore tra Christianna e Williams, altrimenti non avrebbe saputo come trarsi d’impaccio. Insomma, un libro che non mi ha entusiasmato molto, nonostante la rinomata e riconosciuta fama dell’autrice. Forse in altri romanzi avrà certamente raggiunto ben altre vette, in caso contrario non mi rendo conto dell’enorme seguito che suscitano i suoi numerosi romanzi in tutto il mondo. Mi riprometto di leggere in futuro qualche altra sua opera per vedere se sono incappato in uno dei suoi lavori meno riusciti, oppure sono io che non ho saputo cogliere la bellezza del suo romanzo e della sua scrittura. In definitiva è un libro adatto per qualsiasi tipo di lettore.