Nasce l’associazione “portapizza sicuro”

La pizza è uno dei rari alimenti che resiste alla crisi. Sempre più pizzerie hanno attuato un servizio veloce ed economico che permette la consegna della pietanza domicilio. La pizza viene inserita all'interno dei "cartoni portapizza" e recapitata. Negli ultimi anni, si è assistito ad alcuni gravi casi di intossicazione, che hanno portato gli esperti ad effettuare studi e ricerche sull'effettiva salubrità dei cartoni. Sembra che i contenitori formati da carta riciclata a contatto con gli alimenti caldi favoriscano la fuoriuscita di sostanze nocive. L'elemento chimico pericoloso è il diisobutilftalato, un solvente usato nel settore del riciclaggio della carta per eliminare colori e inchiostri. Secondo la scheda tecnica   (registrata come previsto dal regolamento CE 1907/2006), l'ingestione potrebbe ridurre la fertilità e causare forti danni al feto. L'allarme è stato lanciato dall'Unione dei Consumatori, che ha sottolineato come in Italia, nonostante le norme per il divieto di impiego di carta da macero per alcuni tipi di alimenti, non esiste alcuna disposizione che obblighi di apporre sulla scatola alcuna dichiarazione che ne attesti la conformità. Una proposta interessante e rivoluzionaria per emarginare il problema arriva da Somma Vesuviana (NA), dove lo scatolificio “Martinelli Srl”, fonda, in collaborazione allo scatolificio Dasalcart, l'Associazione "Portapizza Sicuro" con l'obiettivo di "garantire al consumatore la sicurezza della catena alimentare, fornendo contenitori portapizza che assicurino il mantenimento della qualità, delle caratteristiche organolettiche e della salubrità della pizza". Si tratta di un progetto peculiare, "un'associazione di categoria, la prima del suo genere in Italia, che raccoglie i produttori di imballaggi alimentari per il settore delle pizzerie che operano in base a canoni di trasparenza e garanzia, tutelando la salute del consumatore e le pizzerie. Un'idea ottimale, che rasserena sicuramente i più assidui consumatori di pizza!

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