Affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti senza gara d’appalto
Da “Pignataro Maggiore News”, a firma di Rosa Parchi, riportiamo: Una denuncia è stata presentata in questi ultimi giorni sull’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti senza gara d’appalto nell’Agro caleno, chiedendo alla Prefettura di Caserta, alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli di fare chiarezza sulla inquietante vicenda. Lo apprende “Pignataro Maggiore News” da fonte fiduciaria solitamente bene informata, secondo la quale – inoltre – oggetto della denuncia sarebbero le Amministrazioni comunali di Calvi Risorta, Sparanise e Pastorano. Non a caso – aggiungiamo noi – la famiglia di imprenditori Iavazzi, operante appunto nel delicatissimo settore dei rifiuti, ha evidentemente attivato nell’Agro caleno una serie di efficaci facilitatori professionali. La società “Impresud srl” (facente capo alla famiglia Iavazzi), infatti, ha ottenuto in affidamento diretto il servizio di raccolta dei rifiuti senza gara d’appalto da ben tre Amministrazioni comunali, quelle di Calvi Risorta, Sparanise e Pastorano, le stesse citate dalla nostra fonte come oggetto dell’esposto indirizzato alla Prefettura e alla magistratura. Tali affidamenti si sono verificati proprio mentre i fratelli Iavazzi (con varie articolazioni societarie) hanno fatto segnare ulteriori successi, prima acquisendo un terreno industriale in territorio di Calvi Risorta e poi partecipando vittoriosamente al bando governativo nazionale per un forte finanziamento finalizzato alla realizzazione in loco di una centrale cosiddetta “a biomasse”, bollata dagli ambientalisti caleni in un comunicato stampa come “mostruoso inceneritore di rifiuti”. Nessun ostacolo rappresentano ormai per i fratelli Iavazzi le perplessità espresse – sulla scorta di accertamenti delle forze dell’ordine – a carico della “Impresud” dal prefetto pro-tempore di Caserta in sede di “Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti” nella passata legislatura. Accertamenti posti alla base in precedenza di un’interdittiva antimafia, quest’ultima nei confronti della “Impresud” non più operante perché annullata da una provvidenziale sentenza del Tar della Campania.
In data 30 maggio 2013, il sindaco di Calvi Risorta, Antonio Caparco – alla bisogna coadiuvato dall’assessore Pietro Martino, ingegnere dalle multiformi entrature professionali, cristallizzate anche in documenti della Direzione distrettuale antimafia di Napoli -, rispondendo ad una interrogazione dei consiglieri comunali di opposizione, ha detto tra l’altro che agli atti del Comune esistono, per ora, per quanto riguarda Iavazzi, solo una “SCIA” (Segnalazione certificata di inizio attività) per la demolizione di alcuni manufatti che ha definito “ruderi” e un frazionamento. Da informazioni assunte – che chiediamo alle Autorità competenti di valutare nella loro eventuale fondatezza -, sembrerebbe però che la “SCIA” non sarebbe sufficiente per interventi di cui sopra, ma occorrerebbe il permesso di costruire, trattandosi di demolizioni non fini a se stesse o per ristrutturazione ma per fare posto alla costruzione di una mega-centrale cosiddetta “a biomasse”. In più, per la demolizione di manufatti in area industriale, sembrerebbe necessario il nulla osta del Consorzio Asi, che non sappiamo se richiesto e ottenuto. Se tali informazioni dovessero risultare fondate, non si potrebbe che bloccare immediatamente gli effetti della citata “SCIA”. Non sappiamo essere più precisi in quanto siamo semplici giornalisti, non tecnici della materia trattata in questo articolo. Da giornalisti abbiamo anche appreso – secondo quanto dichiarato pubblicamente dall’assessore Pietro Martino a margine del Consiglio comunale di Calvi Risorta del 30 maggio 2013 – che a dire un gran bene del servizio della “Impresud srl” sarebbe il sindaco di Sparanise, Mariano Sorvillo.
Pure a noi sembra opportuno che la Prefettura, la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e la Direzione distrettuale antimafia di Napoli accertino se tutto sia regolare o se – per ipotesi – vi siano stati atteggiamenti di favore a beneficio degli imprenditori Iavazzi da parte delle Amministrazioni comunali citate. Bisogna vedere se le convergenti contingenze favorevoli ai citati Iavazzi siano frutto di una incredibile concatenazione di casi fortunati o il sintomo di un sospetto riassetto complessivo degli affari dei rifiuti. La trasparenza è più che mai necessaria in un contesto fortemente permeato da interessi camorristico-mafiosi (ci troviamo nell’area della centrale termoelettrica di Sparanise voluta dalla famiglia Cosentino e dello scandalo Ce4-Ecoquattro), una zona sotto lo stretto controllo di consorterie criminali potenti e sanguinarie.
Rosa Parchi