Gianni Alemanno e Giorgio Magliocca due destini paralleli

Dopo la sonora, annunciata e meritata sconfitta di Gianni Alemanno, sindaco uscente e per fortuna uscito di Roma, i buontemponi di piazza Umberto I, a Pignataro Maggiore, non hanno resistito alla voglia di buttarla – come dicono nella Capitale – “in caciara”, prendendosela con l’ex sindaco pignatarese ed ex consigliere provinciale, Giorgio Magliocca. “Adesso – dicono gli inguaribili buontemponi – Giorgio Magliocca deve andare a lavorare, non può continuare a recitare la parte dello statista nella segreteria di Alemanno”. Come se fosse una punizione, andare a lavorare, visto che un posto di lavoro Giorgio Magliocca ce l’ha, quale impiegato del Comune di Roma, a fronte del fatto che tanti italiani sono disoccupati, non riescono a trovare né una “fatica” da poche centinaia di Euro al mese né ad avere una collocazione nella casta della politica incassando soldi a palate a spese degli arrabbiatissimi cittadini contribuenti.
In precedenza vincitore di concorso quale impiegato semplice del Comune di Roma, successivamente – con l’elezione di Gianni Alemanno a sindaco – Giorgio Magliocca aveva trovato l’America nella Capitale, facendosi miracolare da una chiamata diretta nella segreteria del primo cittadino. Fino a che, con deliberazione di Giunta comunale numero 270 del 4 agosto 2010, Giorgio Magliocca fu addirittura nominato in un colpo solo, senza concorso, dirigente del Comune di Roma a tempo determinato, con un costo annuo per le casse della Capitale di 87.541,90 Euro, una cifra enorme. Ogni mese, quindi, Giorgio Magliocca costava 7.295 Euro (quanto un luminare) per l’alto incarico – dicono i buontemponi – “di fotocopiare la rassegna dei giornali nell’ufficio stampa di Alemanno; ma i soldi erano meritati, le fotocopie solo lui in tutta Roma le sapeva fare uguali”. Provvedimento di incarico revocato solo il successivo 3 agosto 2011, con deliberazione della Giunta capitolina numero 280. Entrambe le deliberazioni sono pubblicate in coda a questo articolo. Tra la prima e la seconda deliberazione era successo un fatto a tutti noto: l’11 marzo 2011 Giorgio Magliocca era stato arrestato con le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e omissione di atti d’ufficio con l’aggravante camorristica. Assolto in primo grado, con il rito abbreviato, dal Giudice dell’udienza preliminare perché – secondo il magistrato – “il fatto non sussiste”, Giorgio Magliocca è in attesa del processo d’appello chiesto dal valoroso pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, dottor Giovanni Conzo, uno degli uomini di punta della battaglia anti-clan a livello nazionale. Prossima udienza, davanti alla quinta sezione penale della Corte d’Appello di Napoli, il 2 luglio 2013. Tuttavia, anche nella sentenza di assoluzione è stato sottolineato che, effettivamente, alla vigilia delle elezioni comunali di Pignataro Maggiore del 2002, quando fu eletto sindaco per la prima volta, Giorgio Magliocca – consigliere provinciale di An in carica – si incontrò almeno due volte con il boss mafioso Lello Lubrano, quest’ultimo poi ucciso in un agguato il 14 novembre 2002.
E’ appena il caso di ricordare che durante la catastrofica campagna elettorale romana Gianni Alemanno si è accompagnato regolarmente (lo testimoniano varie foto) con Giorgio Magliocca, cioè con un imputato per fatti di camorra. Per i buontemponi si tratta tutto di un equivoco: “Giorgio Magliocca, avendo sentito dire che Lello Lubrano era un uomo di lupara, si era avvicinato al sindaco di Roma quando aveva scoperto che è conosciuta come la città della Lupa”. Insomma, la storia di Giorgio Magliocca può essere così sintetizzata: dalla città della lupara (Pignataro Maggiore) alla città della Lupa (Roma), e ritorno.
Rosa Parchi  

 

Condividi questo articolo qui:
Stampa questo post Stampa questo post