Legge 40/ 2004: procreazione assistita. Una normativa poco chiara
La legge 40/2004 é fra le normative più curiose e contorte presenti nel nostro ordinamento. E' innegabile che si tratti di una norma cuscinetto. Prettamente ideata per l'esigenza di non apparire bigotti e arretrati rispetto agli altri paesi Europei, ha finito però per proiettarci nella più totale confusione. Questa Legge consente alle coppie sterili di accedere alle tecniche del vitro "qualora non vi siano altri metodi efficaci per rimuovere le cause di sterilità o di infertilità" e di utilizzare la tecnica dello screening per evitare che l'embrione sia portatore di una malattia genetica. La stessa Legge proibisce che le medesime tecniche possano essere applicate a coppie tecnicamente fertili, con malattie a trasmissione genetica che possano essere applicate in caso di malattie infettive. In pratica: se due individui sono sterili (non possono avere figli) o sono fertili e portatori di malattie infettive come Hiv, Hbv e l'Hcv possono usufruire della Procreazione Assistita e dello screening, se al contrario, possono avere figli, ma hanno la Fibrosi Cistica, la Galattosemia o patologie analoghe (malattie a trasmissione genetica) non possono usufruire degli stessi diritti. Situazione paradossale e assurda. Soprattutto se si pensa che in molti paesi esteri, l'ammissibilità della Procreazione Assistita é sempre stata legata ai problemi inerenti alle malattie a trasmissione genetica più che alla mera sterilità. Inconcepibile, se si considera che in molti casi gli stessi giudici ordinari hanno dato comunque il consenso all'utilizzo del vitro. Importante é il caso del 2010 a Salerno, dove il Giudice Antonio Scarpa concesse a una coppia fertile l'analisi preventiva dell'embrione e l'utilizzo della Procreazione Assistita. I due coniugi erano portatori del'atrofia muscolare spinale di primo tipo. Il Giudice si espresse con queste parole: “il diritto a procreare e il diritto alla salute verrebbero lesi da un'interpretazione delle norme che impedisse il ricorso a queste tecniche da parte di coppie che, pur non sterili, rischiano di avere figli affetti da malattie incurabili". Questa lesione del diritto all'uguaglianza e alla salute é un fatto. Molti studiosi, basandosi sulla prassi estera, ritengono che le linee guida della Legge 40 siano male interpretate. Il principio storico della normativa é fare in modo che coppie sterili (impossibilitate a procreare) e infertili (incapaci di avere figli sani) possano entrambe avere accesso agli stessi diritti. Da tempo si spera e si auspica che la norma possa essere integrata o modificata in modo estensivo e definitivo per frenare il degradante e distruttivo iter giudiziario che le coppie lese devono affrontare per far valere i propri diritti. Le sentenze dei Tribunali, come nel caso di Salerno, sono valide, ma strazianti. Riguardano il caso singolo. Per cambiare le cose é necessario un intervento del Parlamento, un referendum o una sentenza della Corte Costituzionale. Eppure sembra che nessuna fra le istituzioni competenti voglia prendersi la responsabilità di porre un freno al limbo normativo. Proprio in questi mesi la Corte ha dovuto affrontare un'altra delle questioni piccanti riguardanti la Legge 40 l'impossibilità di ricorrere alla fecondazione eterologa. La norma stabilisce infatti che, nonostante l'inefficacia della procreazione assistita, non possono essere utilizzati spermatozoi e ovuli esterni alla coppia. La Corte, interpellata in merito alla legittimità costituzionale dai tribunali di Firenze, Catania e Milano, ha pensato di restituire gli atti ai singoli tribunali. Non si é quindi espressa, lasciando il dubbio e le speranze nelle fantasie aleatorie dei ricorrenti e delle coppie interessate. I Tribunali Italiani sono chiamati a rivedere il testo della Legge 40 alla luce della sopravvenuta sentenza 3/2011 della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (S.H. e altri contro Austria). Sbaglia quindi, chi crede che sia stata definitivamente bocciata la possibilità delle tecniche eterologhe. Semplicemente, la consulta non si é espressa sul merito. Gli Italiani continueranno ad andare all'estero e numerosi studiosi, giuristi e dottori continueranno a scontrarsi per colpa di una Legge poco chiara, lacunosa e in contrasto con la stessa matrice sociale della norma. Rimaniamo quindi nella consueta zona grigia.