Processo d’appello: Magliocca ancora in fuga
È arrivata una nuova conferma della sensazione che già nei mesi scorsi avevamo segnalato ai nostri affezionati lettori: all'ex sindaco di Pignataro Maggiore ed ex consigliere provinciale Giorgio Magliocca è passata la voglia di sentir pronunciare così presto la sentenza della quinta sezione penale della Corte d'Appello di Napoli nel processo che lo vede imputato di concorso esterno in associazione mafiosa e omissione di atti d'ufficio con l'aggravante camorristica. Magliocca ha dimostrato una volta di più di aver paura della sentenza d'appello, nonostante in primo grado il 20 febbraio 2012 sia stato assolto dal Giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Napoli, con rito abbreviato, perché – secondo il Gup- “il fatto non sussiste”. Nel frattempo deve essere successo qualcosa che ha convinto Giorgio Magliocca (e il suo difensore, l'avvocato Mauro Iodice) che in appello possa non rinnovarsi il “miracolo” grazie al quale l'ha fatta franca in primo grado. Le assoluzioni non sono come il miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro, che si ripete da sempre e sempre si ripeterà.
L'udienza del processo d'appello prevista per il 2 luglio 2013 è stata rinviata – con la sospensione dei termini di prescrizione -, infatti, su richiesta proprio dall'avvocato Mauro Iodice (d'accordo evidentemente con il suo assistito Giorgio Magliocca), difensore che ha manifestato la impellente necessità di partecipare ad un'assemblea dei legali del Foro di Santa Maria Capua Vetere. E l'imputato Giorgio Magliocca ha potuto tirare un sospiro di sollievo, almeno fino alla prossima udienza fissata per il 29 novembre 2013. Oltre all'imputato e al suo difensore, erano presenti in aula l'avvocato Giuseppe Stellato (sostituto processuale dell'avvocato Pasquale Iovino) per la parte civile Comune di Pignataro Maggiore e il giornalista Enzo Palmesano, che si è costituito parte civile, con azione popolare, in vece della Provincia di Caserta, Ente che era rimasto inerte, assistito dall'avvocato Cesare Amodio del Foro di Napoli.
Prima del rinvio dell'udienza, il presidente del collegio giudicante ha dato notizia del deposito di due memorie, con le date del 26 marzo 2013 e del 17 giugno 2013 ad opera della parte civile Enzo Palmesano, documenti contenenti – aggiungiamo noi, per quanto ci è dato sapere – la sottolineatura di alcune importanti questioni riguardanti la penale responsabilità dell'imputato e più in generale il “sistema Magliocca”. I due documenti – portati all'attenzione del Procuratore generale e della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, oltre che della quinta sezione penale della Corte d'appello – si aggiungono alla memoria già depositata dallo stesso Enzo Palmesano il 14 giugno 2012 alla Direzione distrettuale antimafia (sostituto procuratore dottor Giovanni Conzo) per chiedere che fosse presentato appello contro la sentenza di assoluzione.
La notizia della nuova, ingloriosa fuga di Giorgio Magliocca di fronte alla evidentemente temuta sentenza della Corte d'appello, è stata al centro dei commenti nei capannelli che si sono formati in piazza Umberto I, a Pignataro Maggiore. E l'allegra combriccola dei buontemponi della piazza non si è lasciata sfuggire l'occasione per scherzare sull'ex sindaco pignatarese. “Siccome il 29 novembre è pericolosamente vicino al mese di dicembre – hanno commentato i buontemponi piazzaioli – Giorgio Magliocca potrebbe consigliare al suo avvocato Mauro Iodice di chiedere un rinvio della prossima udienza perché impegnato a preparare con previdente anticipo l'albero di Natale, con tante palle colorate”. Ma – con tutto il rispetto per gli addobbi del Santo Natale – i buontemponi aggiungono che “non esistono 'palle' più incredibilmente variopinte di quelle che raccontava Giorgio Magliocca quando tentava di far credere di essere un sindaco anticamorra. 'Palle' grandi come mongolfiere”.
Rosa Parchi