Zio Alfonso uomo dai buoni sentimenti
Il carovita in cui siamo sprofondati suscita tristi ricordi del tempo di guerra nelle persone anziane. Durante il II Conflitto Mondiale il governo fu costretto ad imporre restrizioni ai cittadini: poco zucchero, poco olio, poco caffè, la carne due volte la settimana ed i macellai erano costretti a chiudere le saracinesche il mercoledì ed il venerdì: Fra tutte le restrizioni, quella più avvertita dai cittadini fu la razione di pane stabilita dal governo: 150 grammi al giorno per ogni persona. Una quantità che non soddisfaceva particolarmente l’appetito dei bambini. Per l’acquisto degli alimenti era necessaria la Tessera Annonaria munita di tagliandi che il venditore staccava ad ogni acquisto da parte dei cittadini. Molti genitori, per soddisfare l’appetito dei loro figli, a Bellona si rivolgevano ad un panificatore, Alfonso Altieri, chiedendogli di aggiungere ai 150 grammi altri 150 grammi.
Zio Alfonso, come tutti lo chiamavano, pur sapendo di commettere una illegalità, non riusciva a negare un tozzo di pane in più. Animato da buoni sentimenti cristiani, consigliava di recarsi presso il panificio, ubicato in Via della Vittoria,(oggi Via 54 Martiri), dopo la mezzanotte quando “usciva l’ultimo forno di pane”. Nell’oscurità della notte era un continuo via vai di genitori e zio Alfonso, con il suo bonario sorriso, accontentava tutti. Tra gli affetti più cari che egli serbava nel cuore occupava un angolino il suo caro nipote a cui sua figlia Rosa aveva imposto il nome del nonno.
Ogni pomeriggio nonno Alfonso si recava da sua figlia, in Piazza Umberto I, per stringere al cuore il piccolo ed intrattenersi in sua dolce compagnia. Ma quegli attimi di felicità durarono poco: un crudele destino portò via il piccolo e tale perdita sconvolse la vita del nonno che cominciò ad uscire di rado e, quando lo faceva, si intratteneva con alcuni amici giocando a biliardo. Nelle ore pomeridiane seduto nei pressi del bar De Crescenzo, in Piazza Umberto I, spesso chiamava un bambino e, dopo un’amorevole carezza, gli regalava manciate di caramelle. Dopo molti anni la presenza di zio Alfonso cominciò a scemare sempre più fino al giorno in cui si seppe della sua dipartita. Fu accompagnato all’ultima dimora da una folla di cittadini e tanti amici che vollero esprimergli la loro riconoscenza per il profondo senso dell’amicizia che lo distinse durante la vita.
Chi scrive conserva un caro ricordo di Zio Alfonso al quale esprime, dopo lungo tempo, ancora una volta tutta la sua riconoscenza per alcuni interventi chiarificatori nei riguardi di due ignobili individui contro i quali non esitò ad alzare minaccioso il suo bastone.