Ferdinando Capezzuto, corista del Teatro di S. Carlo di Napoli

Partignano – Rispolverando i nostri ricordi del passato è affiorata la memoria di un Artista che con la sua voce allietava le ore di tanti appassionati del bel canto. Valido aiuto è stato l’intervento del Prof. Bartolo Fiorillo che ha contribuito nel fornire notizie sul personaggio in questione: il tenore Ferdinando Capezzuto che per il timbro vocale fu considerato “un fenomeno canoro”.
Era l’anno 1949, inizia a raccontare il Prof. Fiorillo, quando ascoltai per la prima volta una stupenda voce che usciva da una finestra di una stanza al secondo piano di un vecchio casolare a meno di 100 metri da casa mia: la emetteva il giovane 23enne Ferdinando Capezzuto. Il primo ad accorgersi di quella dote canora fu il sacerdote della parrocchia di Partignano Don Francesco Bovenzi. In seguito si interessarono del giovane il Maestro D’Ambrosio, direttore del locale Concerto musicale ed altri cultori della nobile Arte della Musica. Il giovane Ferdinando, nato in una modesta famiglia di Partignano, per guadagnarsi da vivere iniziò a cantare nei matrimoni accompagnato da amici musicisti e nelle chiese del circondario in occasione delle festività patronali. Spesso era interpellato per una serenata ai promessi sposi o per una festa di compleanno e Ferdinando incantava tutti con le sue interpretazioni canore ed il limpido e potente timbro vocale. I buongustai del bel canto restavano sui balconi ad ascoltare, mentre altri scendevano in strada per essergli vicini e stringergli la mano. Non erano serenate, ma concerti al chiaro di luna di una voce meravigliosa che comunicava gioia, serenità e tanta passione! Quando il Teatro di S. Carlo di Napoli bandì un concorso per un posto di tenore nel Coro, i compaesani di Ferdinando, con a capo Don Bovenzi, fecero più di quanto potesse servire per la ricerca di una romanza che il giovane tenore avrebbe eseguito. Acquistarono un vestito, camicia, cravatta e scarpe per far sì che Ferdinando ben figurasse al cospetto dei suoi esaminatori. La voce del giovane tenore si espanse tra i palchi e la platea del Teatro e gli esaminatori ne furono ammirati ed entusiasti tanto che, al termine dell’esecuzione, si alzarono in piedi per applaudire quel “fenomeno canoro”. E fu così che Ferdinando fece parte del Coro del Teatro di S. Carlo dove cantò per lunghi anni partecipando anche alle tournee in terra straniera. Al termine della sua carriera, la Direzione del Teatro, durante la cerimonia di chiusura premiò l’Artista Capezzuto con una meravigliosa coppa, una targa ricordo e l’iscrizione del suo nome nell’album degli Artisti che hanno fatto parte del Coro del S. Carlo.
Il “tenore per antonomasia”, come lo chiamavano gli amici, riposa nel cimitero del suo paese natio , tra un filare di loculi a pochi passi dai resti di Don Bovenzi che, oltre ai familiari, amò tanto Ferdinando, il “suo tenore”. Percorrendo in silenzio il viale, sembra di riascoltare la sua voce che canta “La preghiera” di Stradella, accompagnato all’organo dal suo primo maestro, Don Bovenzi, che gli è voluto stare accanto con la speranza di farlo cantare in Paradiso”. Conclude il prof, Fiorillo

 

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