Fiaccolata a Capua

"Contro tutte le ingiustizie nei confronti dei nostri fratelli animali ed umani". Questo era il motto, ed insieme l'ideale, che animava una manifestazione, sotto forma di fiaccolata, che ha animato le antiche strade di Capua, domenica 1° settembre 2013. Annunciata da manifesti, si è trattato di una dimostrazione molto originale, oltre che ammirevole, in memoria di un gattino, vittima, in agosto, di una orrenda ed insensata barbarie: picchiato (sono state trovate anche tracce di sangue) ed impiccato con una corda di nylon, presso il locale Istituto Tecnico Industriale. La fiaccolata, in memoria di Romeo, questo il nome del tenero gattino, che avrebbe fatto la felicità di tante persone, che sanno apprezzare questi animali straordinari ed evoluti, è stata promossa dal cantautore Marco Cocco, ed ha visto una intensa partecipazione di numerose persone, che hanno espresso il più profondo disprezzo per il bieco gesto di sadismo gratuito, proprio per questo ancora più intollerabile. Quello contro Romeo, del resto, è stato un atto vietato anche dalla legge, che proibisce uccisioni gratuite e maltrattamenti ai danni di animali… L'ignobile violenza contro il micino di Capua non è purtroppo, certamente, isolata; non sono rari i casi di crudeltà verso animali: tra questi, recentemente, il caso di vari cagnolini  chiusi in sacchi della spazzatura, a Piedimonte Matese, di cavalli legati ed abbandonati, ancora nel Matese (fortunatamente salvati in tempo), della scoperta shock di un gatto cui è stato dato fuoco nel Lazio, da giovani criminali che hanno addirittura filmato col telefonino l'esecrabile atto (in tale caso, si è arrivato, almeno, all'arresto dei colpevoli). Naturalmente, gli esempi possibili sono anche molti altri, in Italia e nel mondo. Il caso di Capua ha colpito l'attenzione di molti, però, anche per le sue caratteristiche di mobilitazione popolare e comunitaria in difesa di una creatura indifesa. A proposito di questa maggiore consapevolezza dell'empatia che dovrebbe legare gli esseri viventi tra loro, sono incisive le parole dello stesso artista Marco Cocco, il quale ha sottolineato quanto gli animali in generale, delle specie più diverse, abbiano voglia di vivere e paura di morire… non diversamente dagli esseri umani… il rispetto, quindi, deve essere verso gli esseri viventi, in generale. Del resto, non a caso vari rappresentanti delle grandi tradizioni spirituali dell'umanità hanno considerato la crudeltà verso gli animali tra gli atti più abietti, e rivelatori dello spessore della malvagità umana; un esempio giustamente noto è quello di San Francesco di Assisi, che si considerava in comunione anche con gli animali del bosco, a loro volta creature di Dio; il santo di Assisi considerava propri fratelli anche gli animali, infatti, secondo quanto espresso anche nel poema del "Cantico delle Creature".. Per citare alcuni altri esempi, tratti da altre espressioni culturali dell'umanità, si può ricordare che l'indiano Gandhi, di religione jainista, considerava la vivisezione al livello dei "più neri crimini", nella già oscura storia dei crimini dell'umanità, mentre, in riferimento alla spiritualità musulmana, si può ricordare una famosa tradizione dell’Islma, poi, che racconta di una persona condannata all'Inferno… auto-condannata dal suo stesso comportamento, per aver murato vivo un gatto, lasciandolo morire di fame e di sete… non a caso, quindi, in questo caso un esempio di malvagità verso un animale viene elevato ad esempio di malvagità suprema… ed ancora, una tradizione islamica ricorda di un uomo che diede da bere ad un cane, per cui Dio mise da parte i suoi peccati. Esplicitamente, poi, veniva affermata l'esistenza di una forma di ricompensa verso ogni forma di vita, animale ed umana; si tratta di episodi narrati entrambi nelle opere  sulla vita di Maometto “Saheeh Muslim” e “Saheeh Al Bukhari”. Pur appartenendo a vie spirituali differenti, quindi c'è stata convergenza tra molti maestri di pensiero su quanto il rispetto per gli animali, esseri animati che hanno, a propria volta, un cuore ed una sensibilità, non sia questione di poco conto… La questione della crudeltà gratuita verso gli animali, comunque, non è secondaria rispetto ad altri tipi di malvagità: solitamente, chi è disumano verso gli animali lo è anche verso gli esseri umani, e vari sono i casi noti di assassini seriali che, prima di passare alle persone umane, precedentemente avevano torturato ed ucciso animali, che, a loro volta, sono esseri senzienti; del resto, la scelta verso un animale, in quanto bersaglio di cattiveria abissale, rispetto ad un essere umano, può, a volte, anche essere dovuta solo alla constatazione che sia più facile colpire un essere che, soprattutto se randagio, difficilmente troverà qualcuno che ne denunci la scomparsa, della quale ci si potrebbe anche, teoricamente, non accorgere… La sollevazione contro la detestabile violenza contro il gattino, così, assume un valore simbolico più universale: quello di una porzione notevole di umanità che, in questo caso tramite una fiaccolata per la civiltà,  aspira ad una maggiore evoluzione spirituale, e che considera le crudeltà verso gli animali decisamente non scusabili, in quanto, in modo simile a quelle nei confronti dei bambini, mostrano accanimento, in modo fine a se stesso, verso i più indifesi…

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