La notte delle matite spezzate
Il nome di Jorge Videla è tornato a circolare negli scorsi mesi, in concomitanza con l’elezione di Papa Francesco e con le frustranti versioni storiche, in base alle quali ci sarebbe stata una condotta di appoggio, da parte di Bergoglio, all’operato di Videla e della Riorganizzazione Nazionale. Qui interessa almeno ricordare uno degli episodi cardine di quel processo storico argentino, iniziato nel 1976, con lo spodestamento di Maria Estela de Peron, e conclusosi nel 1983: la Notte delle matite. Nella drammatica notte del 16 settembre 1976, a La Plata la polizia arrestò sei giovani, sei studenti accusati di attività atee ed antinazionaliste, rei di aver preso parte a cortei di piazza contro l’abolizione del Boleto Escolar, una tessera che consentiva l’acquisto di libri di testo a prezzi scontati e che fungeva anche da riduzione del bus per gli studenti. Considerati individui dalle tendenze sovversive, i sei studenti furono sequestrati e sottoposti per giorni a torture strazianti, a ritmo di maltrattamenti corporali e di unghie spezzate. I sei studenti non furono più ritrovati, scomparsi, stritolati nei meccanismi asfaltanti e disintegranti dell’esordiente dittatura di Videla. La Commissione Nazionale sui Desaparecidos avrebbe, anni dopo, appurato che l’azione repressiva espletata dalle forze di polizia prevedeva l’eliminazione sistematica dei soggetti arrestati, dopo avere inflitto torture all’interno di alcune roccaforti del potere videliano, come la Centrale di Polizia e il Poligono di tiro della Provincia di Buenos Aires, il Carcere di Arana ed alcuni commissariati di La Plata. La vicenda delle matite spezzate del ’76 fu la prima azione che aprì il sipario sui disdicevoli anni della dittatura militare argentina, cui il giudizio della Storia addebita la scomparsa di migliaia di desaparecidos. Allo stesso trattamento sopravvisse invece un pugno di fortunati, tra cui Pablo Diaz, che fu condannato a quattro anni di reclusione (senza processo, solo previe accuse di antinazionalismo), e le cui testimonianze sono state basilari per una ricostruzione il più rigorosa possibile di quelle notti di terrore. La figura di Pablo, interpretato da Alejo Garcia Pintos, è protagonista della pellicola “La notte delle matite spezzate” di Héctor Olivera (1986). Scontati i quattro anni, Pablo riotterrà la libertà, ma anche la notizia che Claudio, Horacio, Maria Clara, Maria Claudia, Francisco e Daniel erano finiti nella voragine della dittatura. Scomparsi, per sempre. Sei fragili matite, sei o sei milioni, potevano davvero scalzare una dittatura già di per sé tanto efferata?