La coscienza di Zeno

“La coscienza di Zeno” è un romanzo di Italo Svevo (Trieste 1861- Motta di Livenza 1928) pubblicato nel 1923. Il libro è composto da otto capitoli. Nel primo “Prefazione”, il dottor S (richiama Svevo stesso o Sigmund Freud) dichiara di aver pubblicato il manoscritto come vendetta contro il suo paziente Zeno Cosini, colpevole di aver interrotto la terapia. Nel secondo “Preambolo” Zeno rivela la propria diffidenza verso la terapia. Nel terzo “Il fumo” inizia la rievocazione del passato di Zeno, a partire da come abbia iniziato a fumare e come non riesca a smettere. Nel quarto “La morte di mio padre” Zeno racconta la morte del padre con il quale aveva sempre avuto rapporti ambigui e contraddittori. Nel quinto “La storia del mio matrimonio”, ripercorre le nozze con Augusta, la più brutta delle quattro figlie del commerciante Giovanni Malfenti. Nel sesto “La moglie e l’amante” racconta il rapporto con Augusta e la relazione extra-coniugale con Carla. Nel settimo “Storia di un’associazione commerciale” racconta il fallimento dell’impresa del cognato Guido Speier che muore nel tentativo di inscenare un finto suicidio. L’ultimo capitolo “Psico analisi” è un dialogo scritto tra il 1915 ed il 1916 dopo che Zeno è diventato un uomo d’affari. Egli dichiara di ritenere del tutto inutile la terapia e di volerla interrompere. Italo Svevo scrive questo romanzo sotto forma di un’autobiografia in cui il ruolo fondamentale è affidato alla psicoanalisi. La fama di Svevo, inizialmente sottovalutata, crebbe grazie all’incontro dell’autore con Eugenio Montale, che contribuì alla diffusione delle opere di Svevo ed alla sua affermazione tra i grandi scrittori del Novecento.

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