Made in Naples di Angelo Forgione

I napolitanissimi Borbone ebbero il gran merito di regnare per Napoli e non su Napoli, mostrandosi illuminati pur in un periodo tumultuoso che ridisegnava e definiva gli assetti geopolitici del Vecchio Continente. Il solo elencarne l’incredibile serie di primati collezionati (che permangono testimoni di un cammino autonomo ben tracciato), rischia però di apparire una coccarda messa lì a testimonianza d’un tempo che non è più, un po’ come lo scudetto del Verona che non può più ripetersi (almeno spero). Rischia cioè di dare ragione a chi, come Salvemini nel 1900, con amarezza si convinse che Napoli fosse stata “assassinata”. Morta quindi. Ché “era scritto, doveva morire, perché le capitali, o sono capitali o muoiono” come, in una vita a sua difesa, scorato, concludeva una decina d’anni fa Nicola Zitara e …Fujtavenne, per dirla alla Eduardo.
Certo Napoli non è riuscita a sottrarsi all’aggressione e alla mistificazione, capitale non lo è più, ed il Sud è piegato su di sé, ma Angelo Forgione con il suo Made in Naples (ed. Magenes, pag.320, euro 15,00) assicura che no, non è morta, che è l’unica a resistere alla massificazione culturale moderna, perché l’ha anticipata con l’offerta al mondo di se stessa; che l’anima mediterranea pregna fortemente la quotidianità del mondo occidentale; che la Campania è ancora fertile d’idee seppur nera d’umore. Il sottotitolo: “Come Napoli ha civilizzato l’Europa (e come continua a farlo)”, è dimostrato in ogni pagina, anzi in ognuno dei 22 mattoni di tufo giallo napoletano che costituiscono il cuore di questo prezioso volume. Un muro di Cultura che Forgione ri-edifica, riuscendo nell’intento di sincronizzare ciò che è accaduto in passato e descriverlo per come si manifesta agli occhi del contemporaneo. Una decodifica quindi della realtà di ieri per capire quella di oggi. D’altro canto è Napoli stessa che continua a porre mille domande, e questo libro traccia un sentiero in direzione delle risposte; un viaggio dalla disidentificazione imposta all’identificazione ritrovata o, come dice Jean-Noël Schifano nella prefazione, “il grande libro-vademecum per tutti quelli che vogliono sapere, semplicemente, chiaramente, passionalmente sapere, a che punto sta, e perché, e fino a quando, la trimillenaria e così giovane e irriducibile Napoli. Il libro da portare con sé come il respiro della propria civiltà e lo specchio della propria vita.”
Canzoni, fiabe, cibo, tecnologia, tradizioni, turismo, architettura, e tante altre nuances, sono i tasselli d’un mosaico che rivela, infine, la “marcia in più” napoletana che tutto sublima, “perché la pizza, il caffè, il babà non sono nati a Napoli ma sono diventati napoletani perché sotto il Vesuvio sono stati trasformati per sempre nelle loro migliori proposte che il mondo conosca”.

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