Prima l’Italia
Prende forma anche nel mezzogiorno «Officina per l’Italia», rilanciando la volontà di ritrovare l’identità di Alleanza Nazionale e costruire un soggetto politico più ampio e inclusivo che rappresenti il pensiero della destra.
All’assemblea di Napoli , tenutasi lunedì 4 novembre 2013 hanno preso parte Gianni Alemanno, Giorgia Meloni e tanti dirigenti che oggi sono al lavoro per costruire una nuova rappresentanza alle idee ed ai valori di rifermento di un intero mondo politico.
Anche gli esponenti casertani di Prima l’Italia, neonato movimento di Gianni Alemanno, hanno partecipato ai lavori assembleari. Tra questi, presente anche il bellonese Andrea Fusco, giovane professionista, da sempre elemento attivo nella destra giovanile casertana e per anni impegnato a Bellona quale membro del direttivo di Alleanza Nazionale. E’ poi Marco Cerreto, già assessore provinciale, a parlare a nome della delegazione: «Siamo al lavoro per costituire su tutta la provincia i circoli di “Prima l’Italia”, rispondendo all’ esigenza di rilanciare su aggregazione e tematiche fondamentali con un impegno diretto alla vita politica delle nostre comunità. Stiamo ottenendo riscontri ottimi, con tanti amici che stanno mettendo da parte disaffezione e rassegnazione, per sposare questo nuovo progetto che guarda a destra senza nostalgismi, ma con la volontà di rimettere la politica al centro del dibattito». Si guarda con ottimismo al futuro prossimo: «Su tutta la provincia, sono tanti gli amministratori che guardano con attenzione al nostro progetto politico. Sono convinto che solo ripartendo dal territorio e dando risposte concrete dal basso, si può costruire una nuova e vitale rappresentanza. Possiamo contare su tanti giovani capaci; il partito che andremo a costruire dovrà garantire meccanismi di selezione meritocratici e partecipati, dando la possibilità a chi lo merita di mettersi al servizio del territorio. Ripartiamo da “Prima l’Italia” anche perchè trasparenza e partecipazione sono garanzie irrinunciabili in un partito sano, e troppo spesso in passato ce ne siamo dimenticati».