Recensione a ”Eventi in versi”, di Enrica Meloni

La silloge poetica:”Eventi in versi”, della poetessa sarda Enrica Meloni, edita dalla casa editrice La rondine, raccoglie poesie i cui temi principali toccano i sentimenti ancestrali insiti nella vita dell’uomo attraverso il dipanarsi delle situazioni sperimentate a tutti i livelli all’interno del nucleo familiare. L’autrice con un linguaggio ricercato pieno di allusioni classicheggianti tende ad esprimere i suoi sentimenti verso i soggetti a lei cari. Primo fra tutti l’amore filiale, poi via via in un crescendo di intima riflessione personale tocca l’amore per l’altro sesso, sublimato dalla passione dell’anima e dei sensi come nella poesia:”Esegesi oracolare”, che così declama:
Sovrumano impeto, maniacal lussuria spuria d’una suburbia arcaica.
Generazionale impeto, scosceso in atrii di danzante lotta corporea.
Ingordigia carnale di suntuoso apostolato virile.
Femminilità d’una tribal beltà eburnea,
clamor d’un insaziato seno, adorno di sobria calura.
Musicalità d’un metafisico corporal sussulto.
Adulto e coscienzioso imperar d’egregio idilliaco rapportarsi.
Sopraffino inebrio d’empirica estasi.
Sacral sinapsi d’un amplesso cadenzato.
Esegesi oracolare d’una naturalezza d’epilogo, orgasmico fato,
                                                                                                     [beatitudine dei sensi.]
Nella breve silloge tutti i sentimenti collegati al rapporto amato/amata vengono espletati con un lessico aulico ed allusivo finemente cesellati ad ogni rigo, oserei dire, ad ogni parola culturalmente ricercata ma, non perdendo mai l’immediatezza della scorrevolezza linguistica e poetica. Tra le tante poesie che mi sono piaciute e che mi hanno costretto quasi sempre ad una seconda e più profonda ed attenta rilettura, cito:”La mia poesia”; dove l’autrice dichiara apertamente di amare sopra ogni cosa il suo intimo poetare; “Insorta dignità”; nella quale ancora una volta il tema principale è il rapporto della donna con la sua femminilità, croce e delizia di ogni femmina che voglia fare i conti con la sua difficile e muliebra personalità. Sempre sullo stesso tema segnalo la poesia:”Pulcherrima innocenza”, qui ancora volta, con un vocabolario fintamente innocente, la poetessa descrive al lettore attento tutta l’infinita poeticità dell’affacciarsi al mondo dei sensi della fanciulla alle soglie del difficile rapporto con la piena maturità fisica e sessuale. Insomma, in questa raccolta di versi chi ha l’animo delicato del cultore del linguaggio poetico ricercato, colto e mai banale, troverà di che appagare i suoi sensi più profondi. Alla giovane autrice va il mio più sincero plauso, per aver raggiunto in così giovane età una maturità stilistica degna di nota. Spero che chiunque si avvicini alla sua produzione poetica ne possa apprezzare tutte le più autentiche qualità di una fine poetessa.

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