Raccolta firme per l’annullamento aumenti della TARES

“Tutta la cittadinanza è invitata a firmare la petizione presso la nostra sede di Viale Italia, 87 dalle ore 18.00 alle ore 20.00 dal lunedì al venerdì, per richiedere l’annullamento della Delibera Consiliare nr. 50 del 3 dicembre 2013, relativa all’applicazione del nuovo tributo “Tares” (Tributi sui Rifiuti e Servizi) per l’anno 2013”. Con questo pressante invito rivolto dal portavoce del Comitato cittadino “San Nicola Città Partecipata” Gaetano LA MARCA, è partita la campagna contro gli aumenti sproporzionati ed esorbitanti contro la TARES che, secondo il Comitato cittadino, è arrivata finanche al 47 per cento contro un aumento dei costi denunciati dal Comune di appena il 20 per cento. Sono cinque le ragioni che hanno indotto il Comitato a scendere in piazza contro l’Amministrazione che, oltre alla TARES, ha aumentato anche l’IMU, l’addizionale comunale IRPEF, e le tariffe dell’acqua. Un 2013 che si è concluso nel peggiore dei modi per i cittadini di San Nicola la Strada che si sono visti “mettere pesantemente le mani del Comune nelle già esangui tasche delle famiglie sannicolesi”. Secondo La Marca le ragioni che hanno spinto a chiedere l’annullamento della delibera sono: Mancato rispetto delle leggi in materia; Conti che non tornano perché a fronte di un aumento dei costi del 20 per cento se ne applica uno maggiore che arriva anche al 47 per cento; Mancata premialità per i cittadini virtuosi; Mancata tutela delle famiglie che versano in gravi condizioni; Data sui bollettini di pagamento errata rispetto all’approvazione degli aumenti, in pratica gli uffici sapevano in anticipo ciò che sarebbe stato approvato in Consiglio comunale. La critica maggiore che i cittadini ed i comitati rivolgono all’Amministrazione comunale è rivolta al fatto che a fronte di una tassa così elevata del costo dei rifiuti solidi urbani non corrisponde un servizio all’altezza. Infatti, le famiglie sono costrette, fra l’altro, a comprare di tasca propria anche i sacchetti della spazzatura che non vengono corrisposti dal Comune; il sito che prima si trovava al Cimitero cittadino – già di per se stesso molto distante per i cittadini non automuniti come gli anziani ad esempio – è stato trasferito ancora più lontano al confine con Capodrise e per arrivarci un anziano appiedato deve anche attraversare il pericolosissimo Viale Carlo III^; non è mai stato predisposto una vera e propria stazione ecologica con premialità; manca una politica repressiva nei confronti di quei cittadini incivili che sversano i rifiuti in ogni angolo poco frequentato, sarebbe sufficiente installare la video sorveglianza nei punti a più alta criticità (non bisogna dimenticare che il Comune nel 2013 ha speso 150.000 euro per eliminare le discariche abusive sparse sul territorio cittadino); non si ha alcuna notizia sull’operato degli otto volontari delle GAV (Guardie Ambientali Volontari), che avrebbero dovuto essere di aiuto nell’individuazione degli incivili. Eppure le oltre settemila famiglie sannicolese e gli esercenti pubblici (bar-ristoranti-pizzerie-pub-alimentaristi-mini market e quant’altro) pagano le tariffe più alte mai viste. Parafrasando un vecchio adagio: “Si stava meglio quando si stava peggio”. Il che è tutto dire.

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