Fare Verde denuncia il decreto Destinazione Italia
La norma contenuta nel “Destinazione Italia” è un condono mascherato, che nasconde un ulteriore trabocchetto. Infatti l’articolo 4 del decreto, ci dice Giuseppe Solla presidente regionale del sodalizio ecologista, una volta sottoscritto l’accordo di programma, in caso di scoperta di un inquinamento più grave di quello inizialmente accertato, l’ulteriore bonifica non potrebbe più essere messa a carico del privato inquinatore. L'articolo 4 del decreto non solo azzera il principio chi inquina paga, ma è totalmente contraria alla direttiva Ue sul Danno Ambientale. Infine, continua Solla, desta anche un’ulteriore preoccupazione la norma che fa diventare di interesse pubblico qualsiasi nuovo impianto proposto dal privato nell'area inquinata (anche inceneritori, raffinerie ecc.) con lo Stato che finanzierà, sia con denaro a fondo perduto sia con credito d'imposta per la parte restante, interventi che condannano definitivamente ad un triste destino di devastazione aumentando la pressione antropica sui siti". Anche in tema di fonti pulite ed efficienza, conclude Solla, il decreto condanna il paese a tornare al passato energetico. Si parte con i sussidi per le inquinanti centrali a carbone che verranno pagati da tutti gli italiani attraverso le bollette, viene soppresso l’obbligo di allegare l’attestato di prestazione energetica degli edifici negli affitti e nei trasferimenti a titolo gratuito (introdotto da Direttive Europee per aiutare le famiglie a conoscere lo stato di salute energetico e a far crescere la consapevolezza dell’importanza del tema risparmio) invece di puntare sull’efficienza energetica e sulle fonti rinnovabili, dopo la cancellazione degli incentivi per il solare. Si prevede di prendere ulteriori risorse in bolletta per sovvenzionare le fonti più vecchie e inquinanti.