Luigi Vanvitelli e la Reggia di Caserta
Mentre Ferdinando Fuga costruiva per Carlo III l’albergo dei poveri, tornava a Napoli Luigi Vanvitelli, chiamato dallo stesso re per progettare un grande palazzo reale che avrebbe dovuto emulare la reggia di Versailles, l’intento di Carlo III di Borbone era soprattutto di creare una sorta di città ideale dove concentrare tutte le funzioni: amministrative, politiche, militari. Figlio del noto pittore vedutista danese Gaspard Van Wittel, Luigi si trasferì a Napoli nel 1751 dove progettò l’enorme complesso della Reggia di Caserta, portato poi a compimento dal figlio Carlo. La pianta del palazzo di forma rettangolare ha un’area interna divisa in quattro cortili uniti da gallerie. La facciata ha 243 finestre che danno luogo ad un ben equilibrato gioco di volumi. Il palazzo si sviluppa per un’altezza di 41 metri e possiede circa 1200 stanze illuminate da circa 1740 finestre; accanto al portone centrale sono ancora visibili le basi sulle quali dovevano poggiare le statue della Giustizia, della Magnificenza, della Clemenza e della Pace (virtù che il progettista attribuiva al re) che però non furono mai eseguite; altro elemento interessante di questa costruzione è il fatto che furono impiegati tutti i materiali provenienti da cave di Carrara e del meridione: come da Bellona e Mondragone. Una volta varcato l’ingresso si vede il magnifico scalone con i suoi leoni, i 117 gradini sono lavorati in un unico blocco di pietra proveniente dalle cave di Trapani. Dopo lo scalone ci si trova di fronte la porta che mette nella sala degli alabardieri, una delle tre sale che precedono gli appartamenti reali, l’altra è costituita dalla sala delle guardie del corpo, e l’ultima è quella di Alessandro di cui il matrimonio con Rossane fu affrescato da Mariano Rossi. A sinistra della sala di Alessandro si accede all’appartamento vecchio, così detto perché abitato per primo e che conta un numero elevato di stanze, le più interessanti sono quelle dedicate alle quattro stagioni: Primavera, Estate, Autunno e Inverno. L’ultima è quella dell’Inverno dove si possono ammirare le pareti rifinite con stoffe di S.Leucio. Dopo queste quattro sale, troviamo lo studio reale e un lungo corridoio che conduce alla stanza da letto di Ferdinando II, distrutta dopo la sua morta perché colpito da una malattia contagiosa, tutti i mobili che oggi si vedono furono rifatti successivamente in stile impero. Alla stanza da letto segue la sala di toletta della regina. Superati due grandi saloni di lettura si raggiunge la biblioteca dove ci sono circa 12.000 volumi, subito dopo c’è il presepio con circa 1200 statuine eseguite da noti scultori dell’epoca che ne fecero delle vere e proprie opere d’arte e di cui la regina e le sue dame cucirono i vestiti.