La grande bellezza
Quindici anni dopo “La vita è bella”, “La grande bellezza” vince l’Oscar come miglior film straniero. Il film di Sorrentino è una critica ai rapporti inconsistenti che “dame dell’alta società, parvenu, politici, criminali d’alto bordo, giornalisti, attori, nobili decaduti, alti prelati, artisti e intellettuali veri o presunti tessono […] in una babilonia disperata”. Uno straordinario Toni Servillo, orgoglio campano, è Jep Gambardella, un giornalista autore di un romanzo giovanile “L’apparato umano” che al compimento dei 65 anni inizia ad interrogarsi sul vuoto che circonda le persone come lui, immerse in quel “vortice della mondanità” da cui è difficile uscire. Jep afferma: “La più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto sessantacinque anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare”. Organizza e partecipa ad eventi mondani con il solito gruppo di persone annoiate e senza ambizioni, tra cui Romano (Carlo Verdone) uno scrittore insoddisfatto che corre dietro ad una donna che non fa che sfruttarlo; Lello (Carlo Buccirosso) un venditore ed un marito infedele; Stefania (Galatea Ranzi) una falsa moralista, scrittrice di partito ed ospite dei reality show. Da una “modesta” terrazza con vista Colosseo, questo gruppo di persone discute di argomenti vuoti ed insipidi. Solo l’incontro con Ramona (Sabrina Ferilli), permette a Jep di instaurare un rapporto profondo che purtroppo dura poco. Il momento di illuminazione e conforto gli giunge quando conosce Suor Maria (Giusi Merli), una missionaria che dedica la propria vita alle persone bisognose e che risponde alla richiesta di intervista dicendo: “Io ho abbracciato la povertà. La povertà non si racconta, si vive!” Sorrentino ci mostra uno specchio dei nostri giorni, in una Roma che vive di frivolezze, con una nauseante mancanza di valori, un mondo a cui il protagonista appartiene seppur ne sia disgustato in prima persona. Una vera e propria rappresentazione di quel disgusto che proviamo quando in tv c’è “Grande Fratello” unito a quella rassegnazione che spinge milioni di persone a parteciparvi! Se 15 anni fa gli americani hanno riconosciuto la bravura di Benigni nell’aver trattato in modo eccellente un argomento orribile, oggi avranno visto nel film di Sorrentino il volto di noi italiani, talmente annoiati e vuoti da non renderci conto della Grande Bellezza che ci circonda in quanto abitanti del Paese più bello ed inconcludente del mondo!