Laureati disoccupati e stipendi troppo bassi: i giovani Italiani scappano a Londra

La crisi economica degli ultimi anni ha reso sempre più difficile riuscire a trovare un lavoro. I più colpiti sono come sempre i giovani, soprattutto i Laureati. I dati dell’ultima indagine proposta da AlmaLaurea ( con il XVI rapporto presentato ieri, 11 Marzo 2014, a Bologna durante il convegno “imprenditorialità e innovazione”) sono seriamente preoccupanti. I neo laureati disoccupati sono circa il 26,5% di chi ha terminato la triennale, il 22,9% di quelli con laurea specialistica e il 24,4% di chi ha una laurea magistrale a ciclo unico. Nel 2007 i livelli erano diversi e i tassi di disoccupazione erano meno della metà. A questo si deve aggiungere anche il forte calo degli stipendi, che si sono ribassati di oltre il 20% rispetto al 2008. Per i giovani Italiani l’unica soluzione sembra essere quella di andare a cercare fortuna all’estero. Meta preferita sembra essere ormai da anni Londra, capitale cosmopolita del Regno Unito. In soli due anni, gli Italiani emigrati nella “città bionda” sono cresciuti del 55% : erano circa 661mila nel 2011 e ora sfiorano i 100mila. Nel 2013 la fascia del 71% era riferita a giovani fra i venti e i quarant’anni. Ma il dato è in aumento e si pensa possa raddoppiare per il 2014. Londra è una città aperta, in cui l’occupazione non è un sogno e la disoccupazione sfiora cifre del 6%. Il merito è di un’economia dinamica, capitanata da un Pil che cresce a ritmi impressionanti. Le normative sono più semplici, moderne e liberali. Ma non è “tutto oro quel che luccica”, e, nonostante sia più semplice trovare lavoro e l’assistenza statale sia concretamente più presente, Londra ha degli aspetti nascosti che non dovrebbero essere tralasciati. Gli stipendi non sono poi così alti e proporzionati. Un lavoratore medio è in grado di sopravvivere, ma deve fare i conti con i prezzi disarmanti dei mezzi di trasporto (in media con una spesa di 100 Euro al mese) e con i costi degli affitti (una stanza in un appartamento condiviso costa all’incirca 500 Euro). Londra, benché sia fulcro di arte, cultura e divertimento, è inoltre una città in cui i ritmi di vita sono frenetici e molto distanti da quelli mediamente vissuti in Italia. L’adattamento è complesso e si rischia per di più di fare i conti con un ambiente ormai saturo di “immigrati”. La crisi incide, ma la colpa è soprattutto nostra. Cresciamo col falso mito della Laurea, dell’Istruzione come “status” e con la concezione del lavoro “fisso”. Abbiamo completamente abbandonato i lavori manuali, non siamo disposti a spostarci per lavorare a 50 chilometri da casa e rifiutiamo ogni forma di lavoro più flessibile. Vogliamo essere tutti impiegati, Musicisti, Avvocati, Attori e Calciatori. I Licei continuano a sfornare disoccupati. Mentre gli Istituti Tecnici, fra i più avvantaggiati in materia di occupazione, vengono messi da parte e considerati popolarmente “istruzione di bassa fascia”. Nel nostro paese avremmo le potenzialità e le risorse. Che non sfruttiamo in nome di una Laurea e di un Dottorato. E con la convinzione di essere sprecati per un paese che non da il “meritato” lavoro.

 

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